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Roberta Dapunt «Sincope»
Roberta Dapunt, con Sincope, è la vincitrice del Premio Letterario Internazionale Viareggio Rèpaci 2018 per la Poesia.
Roberta Dapunt, con Sincope, uscito a marzo 2018, è la vincitrice del Premio Letterario Internazionale Viareggio Rèpaci 2018, sezione Poesia. Per la giuria «in questo libro il pensiero si svolge dentro un mondo distante, separato, fatto solo di silenzio e di solitudini tali da cancellare persino le normali possibilità di comunicazione fra gli individui, anche un semplice scambio di parole».
Rispetto ai precedenti lavori, nella nuova raccolta la spinta verso l'inquietudine è decisamente più forte. È la stessa autrice a sostenere che «Sincope racconta un tempo debole, racconta il corpo debole, è uno spostamento di accenti sulla fragilità dell’essere umano. Partendo da me, dunque dalla mia fragilità, del mio corpo, del mio pensiero» (Roberta Dapunt a «Fahrenheit», Radio Tre).
Il tono compassato lascia dunque il posto a un'agitazione interiore, i segni senza tempo della natura non danno più stabilità: «Sincope come ritmo che saltella e ti leva il fiato e ti fa abitante e abitatore e mescola gli istinti con gli estinti» (Silvio Parrella, «Il Mattino»).
Le poesie che compongono questa raccolta «scavano nell’anima come uncini […] In questo libro dove i titoli tracciano già una poetica, si stremisce di affollati particolari. In un continuo andare e venire tra il pagano e il sacro. Il verbo si fa carne, la carne si fa verbo» («Avvenire»):
In questa carne ho radicato gli anni, li ho educati.
In questo corpo la materia dei miei pensieri
e le parole e le domande.
Su questa pelle l’ambiente delle loro risposte,
fino a contrarla, le vocali e le consonanti.
Ho consegnato ad ogni osso della mia struttura una lettera
e da lí le parole, una ad una le ho nutrite e ho appreso,
mentre crescevo la carne si faceva verbo.
Composte membra, ordinate si sono gonfiate,
dilatate le loro cavità e da lí io ho ascoltato,
ed era voce del mio corpo. Che mi chiamava
e io sorda alle sue espressioni, finché
ho appoggiato le labbra alla loro imboccatura,
organica relazione, ho forgiato la lingua
ed essa ha compreso il gusto
e cosí finalmente io le ho parlato.
(Sincope, della carne e della lingua, p. 3)
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2018Dalle precedenti raccolte di Roberta Dapunt abbiamo imparato a conoscere la vita del maso, i gesti ancestrali della sua gente e degli animali, e poi i silenzi della malattia, lo svanire della mente nell'Alzheimer eppure la capacità di resistenza della vita nella relazione fra persone...