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Paolo Genovese «Il primo giorno della mia vita»
Un uomo, due donne e un ragazzino convinti di aver toccato il fondo incontrano un personaggio misterioso che gli regala sette giorni per scoprire come sarebbe il mondo senza di loro. E, se possibile, per innamorarsi ancora della vita
Il primo giorno della mia vita è il nuovo romanzo di Paolo Genovese, scrittore e fra i più noti registi italiani, vincitore del David di Donatello con Perfetti sconosciuti, film nuovamente sulle prime pagine di tutti i giornali per lo straordinario successo che sta avendo anche in Cina. L'autore «ora riversa il suo humour nero in un libro a tratti esilarante ed esaltante, a volte traboccante di toni bui» (Mirella Serri, «La Stampa»).
Napoleon ha 49 anni, sta invecchiando in modo «morbido» ma ha perso il sorriso; è un grande affabulatore, uomo di teatro che vuole offrire al suo pubblico la possibilità di essere felice. Ora però è sul Manhattan Bridge e sta per buttarsi di sotto, ma un uomo misterioso è lì a rovinargli il «momento più importante della sua vita». Lo invita a fermarsi dandogli la possibilità di vedere come sarà la sua vita dopo e senza di lui. Gli mostrerà cosa accadrà quando non ci sarà più, cosa lascia, cosa perde, quale sarà la reazione di amici e parenti. Con lui, in questo viaggio di sette giorni ci saranno anche due donne sfiancate dalla vita, Emily e Aretha, e un ragazzino, Daniel. Tutti erano pronti a farla finita.
«È un angelo che si scoraggia o entusiasma, ma non ha tutte le risposte, fa casino: come i quattro suicidi. Un traghettatore che non ha chiaro il suo stesso percorso. Tutto molto umano, come vede […] qui un uomo deve fare innamorare della vita persone disperate, totalmente. Lo fa con l'arma della curiosità: cosa succede dopo? Cosa ti perdi se molli? Nessun dogma» (Paolo Genovese, intervistato da Alvaro Moretti, «Il Messaggero»).
Emily è stata azzannata dal destino, ridotta a sanguinare su una sedia a rotelle, lei che volteggiava acclamata sulla trave. Aretha è una poliziotta travolta da un passato doloroso. La comitiva è strampalata, la situazione fuori da ogni logica ma i tre aspiranti suicidi accettano di vivere altri sette giorni per vedere quel futuro che vogliono rifiutare. Daniel è un piccolo divo della pubblicità, un po' grassoccio e bullizzato a scuola. Sullo sfondo New York e le sue contraddizioni, «la città più irreale, dove tutto può accadere, anche l'imprevedibile o il surreale» (Paolo Genovese intervistato da Mirella Serri, «La Stampa»).
Ogni personaggio di questa storia ha l'anima lacerata da demoni, lati oscuri che hanno ridotto l'esistenza a un cumulo di macerie. Ha senso dire addio alla vita? Si può resuscitare dalla cenere ? «Anche questi personaggi, come i protagonisti dei miei ultimi film, hanno toccato il fondo del dolore. Eppure si rialzano. Per loro c'è un futuro: l'ultimo giorno può anche essere il primo, quello della rinascita e dalla riscoperta di sé» (Paolo Genovese intervistato da Mirella Serri, «La Stampa»).
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2019«Un libro molto riuscito sulle piccole grandi cose che ci tengono attaccati alla vita. Una lettura emozionante».«la Repubblica» «Un romanzo a tratti esilarante ed esaltante, a volte traboccante di toni bui sulla morte e sulla vita, che riserva sempre qualcosa per cui vale la pena...