Giulio Einaudi editore

Fred Vargas «Il morso della reclusa»

Nebbioso, beccheggiante, indolente. Sempre perso nelle sue vaghezze. È il commissario Adamsberg, capo dell'Anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino.

Fred Vargas

Il morso della reclusa di Fred Vargas segna il ritorno dell'amato commissario Adamsberg, il nebbioso, beccheggiante, indolente capo dell'Anticrimine al tredicesimo arrondissement parigino che «ha reso la regina del noir francese celebre in tutto il mondo» (Fabio Gambaro, «la Repubblica»).

In questo nuovo capitolo c’è una «storia affascinante e complicata a base di ragni, incidenti misteriosi, storie passate e crimini contemporanei che mette a dura prova l’intuitivo commissario» (Fabio Gambaro, «la Repubblica»). Adamsberg, in vacanza in Islanda, è costretto a tornare per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è ben presto risolto, ma la sua attenzione viene attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa.

Per tutti, stampa, opinione pubblica e studiosi, si tratta di una strana coincidenza o, teoria molto diffusa nel web, di un aumento del numero delle recluse a causa del surriscaldamento terrestre. Per tutti, ma non per il commissario capo che sospetta qualcosa, anche se non riesce a dare un nome a questi «pensieri prima dei pensieri». È convinto che le morti non siano casuali ma deve scontrarsi con quasi tutto l’arrondissement: soprattutto con il colto comandante Danglard, ferocemente contrario alle idee del commissario.

Con l’avanzare delle indagini la tensione cresce: si creano due schieramenti, «la squadra di Adamsberg non è certo una comunità idilliaca dove tutto funziona a meraviglia. Come in ogni gruppo, non mancano i conflitti e le contraddizioni. Esattamente come accade nella vita, ma in maniera deformata» (Fred Vargas, intervistata da Fabio Gambaro, «la Repubblica»).

Scavando in profondità emergono episodi di violenze subite da molte donne nella zona di Nîmes, e questi eventi diventeranno centrali ne Il morso della reclusa. È la stessa autrice ad ammettere che «all’inizio non è che avessi in testa di scrivere un romanzo sulla violenza contro le donne, ma poi il libro ha preso questa direzione per tutta una serie di motivi che il lettore scoprirà leggendo»  (Fred Vargas, intervistata da Fabio Gambaro, «la Repubblica»).

Mettere insieme i vari tasselli di questo complicato caso, e ricompattare la squadra, non sarà facile ma Adamsberg  sa che è necessario. Ecco allora che escono con forza gli altri personaggi del libro, i colleghi, i loro problemi e le loro intuizioni: «Non credo che sia possibile risolvere i problemi da soli, credo alla forza del gruppo. Per questo cerco di dare sempre più spazio a quelli che all’inizio erano secondari».

Il risultato è un noir avvincente, particolare dove, oltre all’intrigo criminale «contano l’atmosfera, le divagazioni e i personaggi. Vorrei che alla fine del libro il lettore si sentisse un po’ meglio di quando ha iniziato a leggere» (Fred Vargas, intervistata da Fabio Gambaro, «la Repubblica»).

Il commissario Adamsberg ha reso la regina del noir francese celebre in tutto il mondo Fabio Gambaro, «la Repubblica»

Il libro
  • Fred Vargas

    Il morso della reclusa

    2024
    Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze per seguire le indagini su un omicidio. Il caso è presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel...