Giulio Einaudi editore

Dopo aver vinto il Premio Strega Giovani, Fedeltà di Marco Missiroli (Supercoralli) entra nella cinquina del Premio Strega, insieme a Addio fantasmi di Nadia Terranova (Einaudi Stile Libero).

Ecco le parole dei due autori:

«Per me è la prima volta allo Strega. Questo Premio è un mondo di storia, miti, leggende ma finché non sei dentro non lo capisci. Già dai dodici semifinalisti era emersa un’Italia culturale molto buona».
Marco Missiroli

«Non pensavo di arrivare qui. Il mio è un libro alla ricerca della sepoltura di un padre. Ho perso il mio a 11 anni, ma il romanzo non è autobiografico».
Nadia Terranova

Il libro vincitore sarà annunciato il 4 luglio.

  • Marco Missiroli

    Fedeltà

    «Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento».

    «Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta, primordiale naturalezza. Di questi romanzi...
    pp. 232
    € 12,50
  • Nadia Terranova

    Addio fantasmi

    «Non si può desiderare ciò che si ha già, mentre la mia intera vita dimostrava com'è facile amare un assente».

    «La scrittura di Nadia Terranova sconvolge per la sua precisione e sensibilità».
    Annie Ernaux

    «Un intensissimo romanzo capace di raggiungere livelli di equilibrio e maturità davvero...
    pp. 208
    € 12,50

Marco Missiroli, con il suo ultimo romanzo Fedeltà, si è aggiudicato il Premio Strega Giovani 2019. La premiazione si è svolta a Roma martedì 11 giugno nella Sala della Regina a Palazzo Montecitorio: «Sono felicissimo perché è un premio che viene dalla parte nuova, quella del futuro dell'Italia, della lettura e della letteratura. Sono stupito perché è un romanzo molto duro, di disillusioni e quindi significa che questa generazione nuova ha già masticato la parte di disillusione che è del nostro tempo», ha dichiaro l'autore dopo la consegna del premio da parte del presidente della Camera dei deputati Roberto Fico.

Lo Strega Giovani, arrivato alla sesta edizione, è assegnato da una giuria di circa quattrocento ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, di 55 licei e istituti tecnici del territorio italiano e dall’estero.

Mercoledì 12 maggio alle ore 21, presso il Tempio di Adriano di Roma, verrà annunciata la cinquina finalista: fra i candidati, oltre Fedeltà di Missiroli, c'è Addio fantasmi di Nadia Terranova. 

Sally Rooney

Fin dalla sua uscita in Gran Bretagna, Persone normali, il secondo romanzo di Sally Rooney, ha ricevuto una straordinaria accoglienza da parte della stampa e dei lettori. Definita dal Guardian «il fenomeno letterario del decennio», l’autrice irlandese con questo libro è diventata la più giovane vincitrice di tutti i tempi del Costa Novel Award e, il 13 maggio, si è aggiudicata il prestigioso titolo di Book of the Year ai British Book Awards. Il giudice Stig Abel ha dichiarato che «è decisamente probabile che Sally Rooney stia diventando la principale figura letteraria del nostro tempo, un talento generazionale. Leggeremo ancora Persone normali tra cinque anni e tra cinquanta».

Anche in Italia la storia di Connell e Marianne, e del loro complesso rapporto, sta avendo ottimi riscontri: «C’è qualcosa di geniale in questa autrice, nella sua voce che non ricorda niente di già sentito, nel suo racconto intimo e senza filtri di una storia che pur senza colpi di scena ed effetti speciali tiene incollati alle pagine per capire in che modo Connell e Marianne si incarteranno ancora, quale sarà il pezzo del puzzle della comunicazione che difetterà» (Alessia Gazzola, «Tuttolibri – La Stampa»).

Sally Rooney ha il dono di mettere a fuoco, con una finezza di sfumature da più parti austeniana, il ventaglio di schermi difensivi, zone scivolose e doppi fondi con cui si misura nella contemporaneità la dimensione del sentimento amoroso. Leonetta Bentivoglio, «Robinson – la Repubblica»

I due protagonisti, compagni di studi dalle superiori fino al college, si parlano, si scoprono, si frugano i corpi e i sentimenti all’insaputa di tutti. Si perdono e si ritrovano, aspirando a una normalità che sembra irraggiungibile. Attraverso la loro storia Sally Rooney «ha il dono di mettere a fuoco, con una finezza di sfumature da più parti austeniana, il ventaglio di schermi difensivi, zone scivolose e doppi fondi con cui si misura nella contemporaneità la dimensione del sentimento amoroso. È come se un mistero prendesse colpa […] Non c’è racconto di un amore fra due giovanissimi di oggi che sia più terso e psicologicamente esatto di quello che aggancia il lettore di Persone normali» (Leonetta Bentivoglio, «Robinson – la Repubblica»).

Attraverso il racconto del rapporto fra Connell e Marianne, e del difficile passaggio da adolescenza a età matura, «si rivela tutta l’abilità della Rooney. Imparziale con la propria generazione, ne svela le nevrosi senza giudicarle, mettendo a fuoco le dinamiche affettive più spietate e il perché tutti, in certi momenti della nostra vita, finiamo con l’accettarle» (Alessia Gazzola, «Tuttolibri – La Stampa»).

Per anni Marianne e Connell si ruotano intorno rischiando la vita e salvandosela, chiedendosi, promettendosi, negandosi, dimostrando che quello che li lega è una storia d’amore, fatta di «ubriacature, ombre infantili, perplessità e vertigini romantiche, nel senso più alto e letterario del termine» (Leonetta Bentivoglio, «Robinson – la Repubblica»), e di sentimenti profondi, «anche se i sentimenti non sono una garanzia perché una relazione funzioni» (Sally Rooney intervistata da Mara Accettura, «D – la Repubblica»).

Luca D’Andrea

«C'è da dire soltanto "sedetevi e allacciate le cinture", iniziando a sfogliare il romanzo di Luca D'Andrea. Perché se c'è una cosa che lo scrittore di Bolzano sa fare magistralmente, è quella di partire a razzo, senza troppi preamboli, ed entrare subito nel cuore della storia». Con queste parole, Lorenzo Cresci introduce Il respiro del sangue nella sua appassionata recensione per «Tuttolibri - La Stampa».

Ed è proprio dalle prime pagine che il lettore capisce che la vita di Antonio Carcano, detto Tony sta per essere stravolta. Scrittore di successo di romanzi d’amore, conduce un’esistenza appartata, monotona e tranquilla; vive nel quartiere di Bolzano in cui è nato con il suo vecchio e fidato San Bernardo, senza preoccuparsi troppo che sia il suo unico amico.

Nella sua vita irrompe Sibylle, se la trova davanti durante una passeggiata, guida una Enduro bianca, ha shorts e coltello a serramanico, casco e aria combattiva, inquietante, pericolosa. Porta con sé una foto che sconvolgerà la vita di Tony perché farà riemergere un segreto sepolto da anni.

C'è lui, giovanissimo, che sorride davanti a un cadavere coperto da un lenzuolo durante l’unica inchiesta della sua brevissima carriera di giornalista. Il corpo è quello di Erika Knapp, detta la Stramba, che la notte del 21 marzo 1999 aveva lasciato orfana una bambina dal nome stravagante: Sibylle. D’Andrea dilata «pagina dopo pagina, la sensazione di vuoto che precede l’ignoto. Ogni passo un dettaglio inquietante, una immagine distorta, una sbavatura della realtà che trascina il lettore in un vortice di ansia» (Stefania Parmeggiani, «la Repubblica»).

Vent'anni prima il cadavere di Erika era riaffiorato nel lago di Kreuzwirt, nel Sud Tirolo, un paese che custodisce un mistero impensabile fatto di menzogne e di violenza, di avidità e di follia; si disse che era un suicidio ma Sibylle non ci ha mai creduto e ora è lì, davanti a Tony, a chiedergli aiuto per scoprire il suo assassino. In più, dietro quella morte e la frettolosa inchiesta c'è l'ombra potente Wanderer, una figura misteriosa, davanti a cui tutti si inginocchiano.

«D’Andrea cammina sulla fune tesa nel vuoto, a volte si sbilancia contaminando le sue pagine con i toni dell’horror e del visionario, ma non molla mai la presa: è il terrore l’emozione che insegue. Già ai tempi del suo primo thriller, alcuni recensori avevano evocato Stephen King e il David Lynch di Twin Peaks. Che questi nomi siano nel pantheon di D’Andrea lo conferma Il respiro del sangue. Non solo per i meccanismi narrativi e per le evidenti citazioni (Il San Bernardo, la rabbia, i ritornelli crudeli e ossessivi dei bambini, la comunità chiusa nei suoi segreti) ma anche per quel gusto di cercare le smagliature della realtà e guardare sempre più a fondo negli abissi del male» (Stefania Parmeggiani, «la Repubblica»).

Paolo Colagrande finalista al Premio Campiello 2019

Il 31 maggio sono stati annunciati i finalisti al Premio Campiello 2019. Nella cinquina c'è La vita dispari di Paolo Colagrande, uscito a gennaio nei Supercoralli.

Il romanzo racconta la pirotecnica, profonda ed esilarante parabola umana di Buttarelli, un ragazzino che vede solo una metà del mondo. È «un susseguirsi di colpi di scena che non vanno rivelati. Rimane la capacità di Colagrande di mettere insieme un romanzo che non è un romanzo ma che soprattutto non è italiano […] La sua scrittura vola verso altri lidi che lasciano uno strano sapore nella bocca del lettore. Era tanto, tolto il noir, che uno scrittore non riusciva ad uscire così bene dagli stereotipi italiani. Risate e magia» (Massimo Vincenzi, «Tuttolibri - La Stampa»).

Gli altri finalisti:

Il gioco di Santa Oca di Laura Pariani - La Nave di Teseo
Carnaio di Giulio Cavalli - Fandango
Lo stradone di Francesco Pecoraro - Ponte alle Grazie
Madrigale senza suono di Andrea Tarabbia - Bollati Boringhieri

Giorgio Scianna

Marghe a 18 anni si trova in mezzo a cose più grandi di lei, è stata arrestata per favoreggiamento ad attività terroristiche. Siamo nella Milano degli anni Ottanta, «una famiglia normale: papà medico, mamma avvocato e tre figli studenti. Sara, Martino e Marghe. È lei che esce dal carcere nelle prime pagine del romanzo. Lei con i suoi sogni e il suo impegno politico. Lei che cerca un posto nel mondo per non tradirlo». La ragazza voleva cambiare il mondo ma unendosi a un gruppo clandestino ha cambiato la sua vita: «C’è tanta bellezza in queste pagine. La confusione dei figli e lo spaesamento dei padri con un unico sottofondo: l’amore, che per fortuna ciascuno declina a modo suo. Perché sai com’è l’amore... a volte si nasconde anche dentro un succo di frutta» (Luciana Littizzetto, link).

Marghe e il padre, «un pezzo di famiglia che si era staccato dagli altri», vanno a vivere i domiciliari in un appartamento davanti allo stadio di San Siro; i fratelli e sua madre, da cui è divisa da un muro di incomprensioni, vivono al di là della piazza, visibili dalle finestre ma tenuti lontani da sbarre invisibili. «Sono proprio i ritratti psicologici dei protagonisti a dare pienezza a questi confronti incrociati madre-figlia, madre-padre, figlia-padre, con le varianti anche inventive di Martino per non lasciare sola la sorella e le mute sofferenze di Sara [...] Confronti sostenuti da padronanza dialogica e da una scrittura insieme ferma e delicata. Di grande equilibrio e senza cedimenti sentimentali, soprattutto in certi dialoghi ultimativi» (Ermanno Paccagnini, «la Lettura - Corriere della Sera»)

È un piacere leggere questo libro perché è scritto bene e perché è un libro sul dopo: dopo gli anni 70, dopo il carcere, dopo gli errori dell'immaturità... Francesco Rigatelli, ospite a «Mille e un libro» su Rai 1

Da dove cominciare per ricostruire i rapporti familiari e curare le ferite? Come superare la sensazione di essere un'infame per aver collaborato con la polizia? Lo scrittore torna a raccontare, dopo La regola dei pesci, l’adolescenza come l’età più rivoluzionaria della vita. Questa volta il suo sguardo si concentra sul momento cruciale degli anni di piombo e sulla storia di una famiglia messa di fronte alla prova più dura: «Scianna riesce molto bene a delineare il carattere della protagonista e a narrare un'epoca che siamo ancora titubanti a raccontare» (Lino Patruno, ospite a «Mille e un libro» su Rai 1).

Giorgio Scianna ospite a «Mille e un libro», Rai 1

«In Cose più grandi di noi l’adolescenza c’è, ma c’è soprattutto la famiglia, i rapporti domestici in tutte le declinazioni possibili: genitori e figli, dinamiche tra fratelli. È vero, è una storia drammatica in anni difficili. Mi interessava esplorare come fosse diventare adulti, ma anche essere cittadini, in un mondo di ideologie così estreme e con lacerazioni così forti. Credo che fare i con i conti con quegli anni serva anche a noi oggi» (Giorgio Scianna intervistato da Manuela Marziani, «Il Giorno»).

Al via la XXXII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Cinque giorni di eventi negli spazi espositivi del Lingotto Fiere e, novità di quest’anno, nei 13.000 mq dell’Oval (con una sala da 700 posti, la Sala Oro, e  una da 200, il Caffè Letterario). Oltre 1200 gli editori presenti, 40 sale per gli incontri, più di 1500 appuntamenti. Quest’anno non ci sarà un paese ospite, ma una lingua ospite: lo spagnolo. Il tema prescelto per la nuova edizione è sintetizzato in una frase: "Il gioco del mondo".
Negli stessi giorni del Salone parte anche il Salone Off, alla sua sedicesima edizione. Il programma con oltre 530 appuntamenti in più di 270 luoghi, sarà una festa della cultura: incontri con autori, reading, spettacoli teatrali, concerti, proiezioni di film e documentari, dialoghi tra scrittori e studenti nelle scuole, seminari e dibattiti, mostre, degustazioni, laboratori e letture per bambini, passeggiate letterarie, workshop e molto altro ancora. (qui il programma completo).

Il calendario degli appuntamenti con gli autori Einaudi:

Giovedì 9 maggio

Ore 11:00
Sala Indaco
Se questo è un uomo: il libro primogenito
Intervengono Victoria Musiolek, Domenico Scarpa, Maurizio Vivarelli.
A cura di Centro Internazionale di Studi Primo Levi e del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi in collaborazione con Einaudi

 

Ore 14:30
Sala El Dorado
Giorgio Scianna
Autore di Cose più grandi di noi
Con Fabio Geda e i ragazzi e le ragazze del Liceo Alfieri di Torino
in collaborazione con Lo struzzo a scuola

 

Ore 16:00
Sala Azzurra
Michela Marzano
Autrice di Idda
Con Rosella Postorino

 

Venerdì 10 maggio

Ore 10:30
Sala Rossa
Fabio Levi
Autore di Dialoghi
Con Domenico Scarpa
in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi

 

Ore 14:00
Spazio Marche
Incontro con Luca Mercalli
Autore di Non c'è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali
Con Antonio Mastrovincenzo

 

Ore 14:30
Arena Bookstock
Giacomo Mazzariol
Autore di Gli squali
Con Fabio Geda e le ragazze e i ragazzi del Liceo Poerio di Foggia
in collaborazione con Lo struzzo a scuola

 

Ore 16:30
Sala Rossa
Che cosa è il fascismo?
Con Francesco Filippi (Mussolini ha fatto anche cose buone, Bollati Boringhieri), Mimmo Franzinelli (Fascismo anno zero, Mondadori), Michela Murgia (Istruzioni per diventare fascisti, Einaudi), Claudio Vercelli (Neofascismi, Capricorno)
Modera: David Bidussa (curatore di Me ne frego, Benito Mussolini, Chiarelettere)

 

Ore 18:00
Sala Rossa
Francesco Piccolo
Autore de L'animale che mi porto dentro
Con Roberto Alajmo

 

Ore 18:00
Sala Granata
Luca Mercalli
L'emergenza climatica

 

Ore 19:00
Sala Oro
Alessandro Baricco
Game Over

 

Sabato 11 maggio

Ore 10:30
Sala Blu
Marco Balzano
Autore di Le parole sono importanti
Con Diego De Silva

 

Ore 10:30
Sala Viola
Festa di compleanno per Primo Levi
Una mattinata di studi in occasione del centenario dalla nascita
Con Helena Janeczek e Wlodek Goldkorn (Se questo è un uomo e La tregua), Marco Malvaldi (Il sistema periodico e La chiave a stella), Telmo Pievani e Tommaso Pincio (Le storie naturali) e con un ricordo personale di Ernesto Ferrero
in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi

 

Ore 12:00
Sala Azzurra
J.D. Salinger, mio padre. E Holden Caulfield.
Incontro con Matt Salinger
in occasione del centenario della nascita dell’autore
Interviene Loredana Lipperini
A cura di Salone del libro e Giulio Einaudi editore

 

Ore 12:00
Sala Oro
Maurizio de Giovanni
Autore  de Le parole di Sara (Rizzoli), leggerà in anteprima le prime pagine de Il pianto dell'alba, il nuovo caso del commissario Ricciardi

 

Ore 16:30
Sala Rossa
Marco Missiroli
Autore di Fedeltà
Con Chiara Valerio

 

Ore 16:30
Sala Ciano
Dieci anni senza Nico
a cura di Ttl - La Stampa e Giulio Einaudi editore
Con Bruno Ventavoli, Mauro Bersani, Luciano Genta, Ernesto Ferrero, Luigi Mainolfi, Lorenzo Mondo

 

Ore 17:30
Sala Bianca
Nadia Terranova
Autrice di Addio fantasmi
Con Michela Marzano

 

Domenica 12 maggio

Ore 10:30
Sala Rossa
L'anticipazione del nostro destino: l'Umanesimo e Machiavelli
Con Alberto Asor Rosa (Machiavelli e l'Italia) e Massimo Cacciari (La mente inquieta)
Modera Ernesto Franco

 

Ore 11:00
Sala Oro
Massimo Recalcati
Autore di La notte del Getsemani

 

Ore 12:30
Stand Giulio Einaudi Editore
Cristina Cassar Scalia
incontra i lettori e firma le copie dei suoi libri

 

Ore 14:00
Stand Giulio Einaudi Editore
Matteo Bussola
incontra i lettori e firma le copie dei suoi libri

 

Ore 14:30
Caffè letterario
Annalena Benini
Curatrice de I racconti delle donne
Con Gaia Manzini

 

Ore 14:30
Plaza de los Lectores
Karina Sainz Borgo
Autrice di Notte a Caracas
Con Marcello Fois

 

Ore 15:30
Plaza de los lectores
Ernesto Franco
Il sentimento del non esserci del tutto

 

Ore 16:00
Stand Giulio Einaudi Editore
Maurizio de Giovanni
incontra i lettori e firma le copie dei suoi libri

 

Ore 16:30
Sala Rossa
Ascanio Celestini
Autore di Barzellette
Con Gianluca Casadei alla fisarmonica

 

Ore 16:30
Sala Viola
Evelina Santangelo
Autrice di Da un altro mondo
Con Caterina Bonvicini

 

Ore 17:00
Sala Oro
Gianrico Carofiglio
Autore de La versione di Fenoglio
Con Carlo Bonini

 

***

Per informazioni:

Il sito ufficiale del Salone del libro.
Il programma completo della manifestazione.
Il Salone del Libro su Facebook
Il Salone del Libro su Twitter (hashtag #SalTo19)

 

Cristina Cassar Scalia

Il vice questore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, e i comprimari della squadra mobile di Catania ritornano nel secondo capitolo della saga poliziesca di Cristina Cassar Scalia. Tutto inizia prima dell'alba, quando il giornalista Sante Tammaro e il pediatra Manfredi Monterreale notano dalla barca, mentre pescano lungo la costa, movimenti sospetti sugli scogli e due uomini che abbandonano una valigia.

Mentre la spiccata intuizione di Tammaro lo spinge a chiedere un sopralluogo, in questura arriva una telefonata anonima. Una voce femminile allarmata, segnala un probabile omicidio avvenuto al numero civico 158, una villetta che risulta affittata dal proprietario, un nome importante della città, ad una donna scomparsa.

Vanina, cinefila, ossessionata da un passato mai superato e siciliana fino al midollo, affronta il caso trascinando il lettore in una storia coinvolgente e «merita una menzione particolare. E non solo perché il romanzo che l’ha rivelata al pubblico, Sabbia nera, è finito subito nella top ten dei libri più venduti, rimanendoci un bel po’ […] È una sbirra all’antica animata da una “forza tranquilla” tutta speciale» (Elisa Manisco, «il venerdì – la Repubblica»).

È un caso scabroso, che richiede cautela e pazienza, come quella di chi pesca alla luce della lampara, che sa che, per far venire a galla i pesci, deve saper aspettare, senza stancarsi. Sullo sfondo del romanzo ci sono festini a base di sesso e coca, e pericolosi rapporti fra estabilishment e criminilità organizzata. La stessa autrice precisa che «è tutto inventato, ma allo stesso tempo è estremamente verosimile. Elvio Ussaro, l’avvocato che nel libro tiene le fila della corruzione e del malaffare, è un miscuglio di caratteristiche rubate a personaggi che gravitano nella realtà locale» (intervista di Elisa Manisco, «il venerdì – la Repubblica»).

Grazie all’aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè, con il quale fa ormai «coppia fissa», sbroglierà un intrigo che, fino all’ultimo, riserva delle sorprese: «La logica della lampara si rileverà un meccanismo oleato alla perfezione, con intrighi politici, squallidi personaggi pronti a tradire la giustizia proprio da suo interno, amori traditi e sconfessati e una giovane donna scomparsa della quale a lungo non si troverà il cadavere […] è l’occasione per conoscere in profondità, sotto la luce potente della rivelazione, proprio il vicequestore e le vicende del suo cuore tormentato» (Eleonora Lombardo, «la Repubblica - ed. Palermo»).

Rachel Kushner

Romy Hall ha ventinove anni e due ergastoli da scontare senza attenuanti per aver ucciso Kennedy lo Schizzato, il suo stalker. È sua la voce narrante di questo romanzo, intenso e ironicamente drammatico. L’umorismo «per me è importante, non per alleggerire il materiale più pesante ma per essere sinceri e dare profondità», spiega Rachel Kushner, intervistata da Cristina Taglietti per «la Lettura».

Ex spogliarellista cresciuta in un deserto affettivo, nell'indifferenza di una madre glaciale e passata attraverso l'esperienza della droga, Romy ha imparato presto fra le mura del carcere a non piangere, nonostante i materassi «puzzolenti di piscio», le porte delle celle che sbattono, le urla delle detenute; nonostante volesse fuggire da quell'incubo. «Migliaia di donne, come Romy, si barcamenano per sopravvivere, dentro e fuori Stanville, dove gli atti di violenza sono quotidiani. Kushner li evoca con grande precisione e uno stravagante senso dell'umorismo, senza traccia di sentimentalismo [...] Mars Room è il tragico e audace resoconto di una vita ai margini dell'America contemporanea» (Rosa Maiuccaro, «Vanity Fair»).

Una delle voci più intense della narrativa americana [...] Con questo terzo romanzo struggente e spietato Kushner entra nella carne viva della contemporaneità guardandola da dietro le sbarre di un carcere femminile americano. Cristina Taglietti, la Lettura - Corriere della Sera

Il ritratto che la Kushner consegna al lettore è spietato, lo sguardo della protagonista rivela la violenza del carcere americano e di una società che spesso non riconosce attenuanti soprattutto a chi sembra destinato da sempre alla reclusione: «Mars Room è un libro sull’idea di giustizia e su ciò che diventa vuoto, improduttivo, inutile nello spazio tra innocenza e colpa. È un libro sulla California, come la vedo io. E sulle donne. Riguarda il destino come concetto filosofico ma anche come relazione attiva con la vita, anche se si è stati condannati a dare quella vita allo Stato» (Rachel Kushner, «la Lettura – Corriere della Sera»).

C'è qualcosa, come una calamita, che avvince il lettore di Mars Room. Piú che averlo divorato mi ha divorato lui, morso dopo morso. «Slate»

L'autrice racconta la violenza della bellezza, l’ossessione delle nostre società per la punizione, il sogno americano che dalle praterie sconfinate si ribalta nel chiuso di una cella o di una capanna, le sconfitte degli ultimi e e le loro vittorie.

«Uno di quei libri che ti rimangono addosso come un tatuaggio».
«The Guardian»

«Mars Room merita di essere letto con la stessa quantità di passione, amore e umanità con cui è stato scritto».
«Publishers Weekly»

«Kushner è ormai una maestra. Sinceramente non so come faccia a sapere cosí tante cose e a trasformarle in romanzi tanto avvincenti e affascinanti».
George Saunders

Valeria Parrella

Il 2 aprile è uscito Almarina, il nuovo romanzo di Valeria Parrella. È la storia dell’incontro nel carcere minorile di Nisida fra Elisabetta, insegnante di matematica cinquantenne che ha perso da poco il marito, e Almarina, una ragazza romena di sedici anni con alle spalle una storia di violenza familiare.

Fra le due donne nasce un legame che non può essere spezzato, soprattutto quando si affaccia per entrambe la speranza di poter ricominciare una nuova vita. L’autrice racconta la libertà di due solitudini con una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore.

Il romanzo ha ricevuto subito un’eccezionale accoglienza da parte della critica e di molte firme autorevoli del mondo letterario italiano:

«Valeria Parrella scrive, e con la scrittura arriva in cima alle montagne, guarda il mondo dall’alto: dall’alto il mondo è così piccolo che puoi tenerlo in una mano. Lei lo tiene e lo racconta da un punto minuscolo, la guardiola del carcere di Nisida, la piccola isola all’estremità della collina di Posillipo: quando la sbarra si richiude alla spalle di una donna che insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Valeria Parrella da quella guardiola, apre all’immensità […] Il romanzo di Valeria Parrella compie questo percorso miracoloso: prende il lettori in un punto e lo trasporta in un altro punto, gli offre il mondo dall’alto, e in centoventi pagine tese e illuminate gli cambia lo sguardo».
Annalena Benini, «Il Foglio»

«Almarina di Valeria Parrella è uno dei libri più belli usciti negli ultimi anni: un racconto intenso, struggente, scritto con una lingua stupenda. Quando l’italiano diventa musica, musica che affonda le unghie nella realtà, si segna la storia della letteratura».
Caterina Bonvicini, link

«E ciò che l’io narrante chiama “la staratura di Nisida”. Ed è dentro questa staratura che il romanzo di Parrella offre un ulteriore livello di lettura, quello di una delicatissima storia d’amore, che ha perfino un che di fiabesco, appunto, per quanto di un fiabesco non privo di ombre, dove la protagonista si prepara a rimettere in discussione tutta la sua “vita di usura”, quando un giorno a lezione arriva una ragazza nuova […] Il romanzo però non offre risposte facili, nemmeno nel finale, perché la vita stessa non risposte facili, così come la Napoli che qui fa da sfondo, anche se quasi in lontananza, sembra sempre alludere a qualcos’altro: a una città prima della città, alla ricerca di una innocenza perduta per sempre».
Fabrizio Coscia, «Il Mattino»

«Valeria Parrella ha scritto un libro che racconta questo: l’amore perfetto. Quello che non vuole niente in cambio, che non ha un motivo per darsi. L’amore che non c’è. Nel difetto e nel dolore […] La sola recensione possibile a questo libro dovrebbe durare un secondo, essere di una parola: leggetelo».
Concita De Gregorio, «la Repubblica»

«Ci sono un'infinità di passi talmente densi e folgoranti che diventa istintivo fermarsi, rileggere, lasciar agire (come un balsamo per capelli o fate voi). La scrittura di Parrella è come se non avesse tempo di menarla per le lunghe davanti alla precarietà della vita di chiunque, ma è il contrario di ciò che associamo all'aggettivo "essenziale". È una scrittura che cattura lo scorrere incessante di cose, odori, sapori e altri incontri sensoriali da cui nascono pensieri e sentimenti che hanno la stessa plasticità della materia. […] Nessuna scrittrice come Parrella è capace di cogliere nella sua città la linfa ancora viva di una colonia greca di nome Neapolis».
Helena Janeczek, link

«Ogni volta che esce un libro di Valeria Parrella lo aspetto come si aspetta una lettera importante che mi riguarda».
Nicola Lagioia, link

«La sua qualità di scrittura, la rotondità e la precisione nei dettagli è qui costante, non cala mai, non ha mai un attimo di respiro, di bisogno di ricaricarsi […] Parrella ha raggiunto l’apice della sua maturità. Ciò può apparire scontato, ma non lo è affatto, perché sono tanti gli scrittori che negli anni non riescono più a migliorarsi».
Francesco Piccolo, «la Lettura – Corriere della Sera»