Venerdì 28 maggio, in diretta dal Palazzo del Bo di Padova, è stata annunciata la cinquina finalista del Premio Campiello 2021. Fra i titoli, Se l’acqua ride di Paolo Malaguti, uscito il 9 giugno 2020 nei Supercoralli.
«I protagonisti della storia sono il giovane Ganbeto e soprattutto il nonno Caronte, il “barcaro” che cerca invano un erede per il proprio mestiere, figura fiera e austera, spesso anche scontrosa, avvolta in un’aurea epica, impotente però a contrastare la spinta del progresso e, nel merito, della concorrenza delle barche a motore. Con chiarezza illuminante, felicità narrativa e perizia documentaria Malaguti racconta l’incontro e l’urto di queste prospettive opposte, l’una legata alla fatica, al pericolo e anche all’avventura, l’altra distinta dalla maggiore sicurezza economica e da una vita più facile e socialmente animata».
Gino Ruozzi, «Domenica - Il Sole 24 Ore»
«[…] Ganbeto non ama questa o quella, ama l'amore. Tant'è vero che alla fine non ci prova con una o con l'altra, ma con quella che incontra d'improvviso, con la quale fa tutto (mi par di capire, ma Malaguti vola alto e a distanza), non perché lui osi prendere l'iniziativa, ma perché osa lei. È l'amore dei ragazzini. Nel descriverlo Malaguti ha una preziosa sapienza e una delicata grazia. Della quale, finito di leggere, gli siamo grati. Un libro delizioso».
Ferdinando Camon, «tuttolibri – La Stampa»
Il vincitore della 59esima edizione del Premio Campiello sarà proclamato il 4 settembre dall’Arsenale di Venezia, ecco i finalisti:
Il libro delle case, Andrea Bajani (Feltrinelli)
Sanguina ancora, Paolo Nori (Mondadori)
Se l'acqua ride, Paolo Malaguti (Einaudi)
L'acqua del lago non è mai dolce, Giulia Caminito (Bompiani)
La felicità degli altri, Carmen Pellegrino (La nave di Teseo)
Il 21 maggio 2021 Giuliano Scabia ci ha lasciato. La sua figura di scrittore, poeta, uomo di teatro, inventore di performance memorabili in luoghi considerati incongrui, dai manicomi ai boschi, è giustamente considerata fra le più originali e importanti nel mondo culturale italiano degli ultimi cinquant'anni.
Autore Einaudi dal 1964, a gennaio del 2022 uscirà postumo il suo ultimo romanzo.
«Se ne è andato un maestro, Giuliano Scabia, uno dei personaggi più importanti della scena teatrale e culturale italiana; un uomo discreto e insieme fantasioso: attore, autore di teatro, scrittore, poeta, filosofo di vita, docente universitario. Era nato nel 1935 a Padova, ma da anni viveva Firenze. […] Giocando con le parole, Giuliano Scabia è stato anche un romanziere originale con la saga di Nane Oca di cui sono usciti diversi volumi pubblicati da Einaudi nel corso di oltre un decennio e altri libri narrativi».
Marco Belpoliti, «la Repubblica», link
«Il teatro italiano perde oggi uno dei suoi padri nobili, e nello stesso tempo più semplici e "naturali". E non solo il teatro, perché la sua impronta artistica segna ancora oggi un episodio tra i più significativi, e forse "rivoluzionari", della nostra storia recente. […] È stato un grande innovatore Giuliano Scabia, che sempre soave e sorridente, ha forgiato nel profondo diverse generazioni di teatranti, di cui la sua cattedra di drammaturgia, per tanti anni al Dams bolognese, è stato luogo di formazione e approfondimento».
Gianfranco Capitta, «il manifesto»
«Giuliano Scabia era il padrone assoluto di mondi paralleli che creava con una fantasia scatenata, mai paga di sé, e con uno stile delicato, uno stile che spaziava tra il lirico, l’eroicomico e il comico. Era un uomo piccolo e allegro, gentilissimo, con una nuvola bianca di capelli in testa, sorridente ma anche capace di severità e di dispetti, una specie di angelo divertito o di cavaliere errante, sembrava uscito dalle pagine di Ariosto o di Cervantes, come tanti suoi personaggi. Come un angelo se n’è volato via venerdì 21 maggio al mattino, a Firenze, che era da molti anni la sua seconda città: per comunicarsi la notizia a vicenda, gli amici hanno scritto giustamente che Giuliano se n’è volato via. In effetti già in vita volteggiava libero, lo trovavi di qua e di là nei luoghi più impensati. […] La scrittura, la poesia, il teatro, il canto erano per Giuliano un andare simultaneo in più direzioni: verso l’interno di sé, verso il mondo, oltre ogni soglia dell’ascolto e ogni orizzonte dello sguardo».
Paolo Di Stefano, «Corriere della Sera», link
«[…] Aveva gli occhi che ridevano e insieme si posavano gentili e curiosi sull’interlocutore in cerca di una parola saggia. Lui era lì, sempre pronto ad ascoltare, parlare, spiegare, entusiasmarsi come quel fanciullo che portava sempre dentro di sé. Mancherà, e molto, al nostro piccolo mondo allo sbando Giuliano Scabia, che ci ha lasciato oggi a pochi passi dai suoi 86 anni (era nato a Padova il 18 luglio 1935). Sperimentare, aprire nuove strade insieme etiche ed estetiche, mettere in moto cervelli e cuore di chi lo circondava è stata la sua missione, al di là delle definizioni che si possono dare di lui e che dicono che Giuliano Scabia è stato tutti i nomi in locandina del teatro - autore, attore, regista, animatore, docente e formatore - ma anche poeta e romanziere».
Pierfrancesco Giannangeli, «Il Foglio», link
-
-
Nane Oca rivelato
Un rompicampo a tinte gialle porta scompiglio nella pacifica comunità dei Ronchi Palù: il cavallo Saetta è trovato morto dissanguato nel campo dei Gu. Come se non bastasse, poi, il colpevole si è macchiato anche di un altro delitto: il furto del prezioso manoscritto delle...pp. 218€ 18,00 -
Canti del guardare lontano
«(...) Tu, ombra, oltre la soglia stai
cosí calma, cosí pensosa.
Oltre ogni attimo stai. Cosí
nutri la luce. Cosí
il tempo si fa
sentiero illuminato (...)».
Giuliano Scabia, Canti del guardare lontanopp. 192€ 18,00 -
-
Il lato oscuro di Nane Oca
La magistrale scrittura di Scabia ancora una volta scioglie le profonde competenze antropologiche, mitologiche, filosofiche e teologiche dell'autore in invenzione linguistica, in visione poetica, in leggerezza fiabesca.pp. 232€ 22,00
Paolo Giordano, Hisham Matar, Antonella Lattanzi, Eula Biss, Ascanio Celestini e Marco Filoni: sono queste le prime sei firme che inaugurano il primo «numero» dei nuovi Quanti Einaudi, in uscita il 25 maggio su tutti gli store online.
I quanti sono le particelle fondamentali dell’universo, l’informazione minima le cui infinite combinazioni vanno a comporre gli atomi, le molecole e tutto il resto. In una parola: la realtà. Abbiamo bisogno di conoscere, scoprire e capire una realtà mai come oggi confusa e oscura. Abbiamo bisogno di smontarla e osservarla nei suoi elementi fondamentali.
È per rispondere a questa esigenza che nascono i Quanti Einaudi, un progetto editoriale inedito sia nella forma che nei contenuti: una collana/rivista nuova per i tempi nuovi che stiamo vivendo.
Pubblicata unicamente in digitale, i Quanti Einaudi sono una collana universale. Testi brevi, agili, leggibili in una sola seduta, che vanno dritti al punto. Scritti da autori italiani e stranieri, di catalogo e non, spaziano dalla narrativa alla saggistica, con tutte le infinite sfumature che stanno nel mezzo: dal personal essay al reportage, dal pamphlet agli scritti più ibridi e inclassificabili.
I primi Quanti ruotano intorno a quelle idee che in questi mesi di incertezze, solitudini e timori ci hanno fatto da salvagente: le speranze. Speranze come antidoti alla paura.
«Si parla tanto dei cambiamenti che saremo in grado o no di fare nel mondo post-Covid che verrà. Bene, eccone uno particolarmente importante: mantenere viva questa tensione verso ciò che non conosciamo. Esiste un modo di educare al non-sapere? Di insegnarlo già ai bambini, sovvertendo il principio dominante che la conoscenza sia un corpo statico di nozioni di cui appropriarsi pezzo a pezzo?»
Paolo Giordano, Le cose che non voglio dimenticare
«Il posto di un ospite è sulla soglia, lungo il confine. L’ospite si trova nel punto di conversione, un luogo vertiginoso e annebbiante dove è facile smarrirsi».
Hisham Matar, Momenti sospesi. Due meditazioni
«C’è una speranza? Le storie non sono fatte per rispondere a questa domanda. A nessuna domanda. Le storie sono fatte per raccontare te. Quello che sai e non sai di te, quello che vuoi e non vuoi essere».
Antonella Lattanzi, Salvarsi. Come uscire dall’Overlook Hotel
«La paura isola chi ha paura. E sono arrivata a credere che la paura sia un atto di crudeltà nei confronti di quelli di cui abbiamo paura».
Eula Biss, Terra di nessuno
«La felicità della gente a passeggio non mi fa nessun effetto. Mi colpisce di piú vedere le persone che parlano asetticamente, senza passione e senza nemmeno cercare di fingere un po’ di interesse. Le guardo e penso: statevene a casa. Perché andate in giro a spargere la vostra rassegnazione per strada?»
Ascanio Celestini, I parassiti. Tre vite ai tempi del contagio
«Ecco perché non bisogna provare vergogna della paura. Se deleghiamo la nostra paura non faremo altro che rinunciare alla nostra libertà – fra le altre anche a quella di avere paura – in favore di una nuova paura, il terrore».
Marco Filoni, Il calcolo della paura
-
Le cose che non voglio dimenticare
Il 21 febbraio 2020 viene scoperto il focolaio di Codogno.L'Italia è la prima nazione colpita dall'epidemia del«nuovo coronavirus» fuori dalla Cina. Vengono adottate leprime restrizioni locali, ma il paese è diviso fra allarmismoe scetticismo.pp. 80€ 2,99 -
Momenti sospesi
«Siamo stranamente convinti che nulla sarà più lo stesso. Ripenseremo i nostri atteggiamenti verso la natura e il consumo? O soccomberemo ai tetri richiami di quanti ribadiscono che la lezione di tutto ciò è una sola, e che dovremmo temere ancora di più gli stranieri...pp. 20€ 2,99 -
Salvarsi
La letteratura non ha mai smesso di dirci che non siamo soli. Anchenei momenti piú difficili, soprattutto in quelli: ci offre sempre unasalvezza, persino nel dolore.pp. 30€ 2,99 -
Terra di nessuno
Il timore dell'ignoto, si tratti delle acque profonde del mare o del volto di un altro essere umano, è qualcosa che ci portiamo dentro forse da sempre, da quando ci nascondevamo nelle grotte per sfuggire a predatori più feroci di noi. Ma fino a che...pp. 25€ 2,99 -
I parassiti
Ho scritto questi tre racconti come un diario. Ci ho messoquello che capitava nei giorni tra febbraio e giugno del 2020.Li ho scritti in poche ore e corretti nei giorni successivi cercandodi non cambiare le impressioni a caldo, di non intromettermicon le notizie che arrivavano...pp. 25€ 2,99 -
Il calcolo della paura
Ecco perché dobbiamo esser liberi di avere paura: per essere liberidal terrore.pp. 25€ 2,99
Il vicequestore Vanina Guarrasi si sta abituando faticosamente a vivere a Catania. È una donna tenace, abituata a lottare, animata da uno spirito realistico; della sua isola non riconosce solo la bellezza ma anche i suoi aspetti oscuri.
Sa cos'è il male, l'ha sperimentato sulla sua pelle: il padre, ucciso dalla mafia davanti ai suoi occhi, è ancora protagonista dei suoi sogni, disteso sul marciapiede, con il corpo martoriato. Lei stessa è stata minacciata, un proiettile trovato nella sua casa la costringe a vivere sotto scorta.
«Un personaggio complicato, Vanina. Palermitana, reduce da anni di militanza nell'antimafia, figlia di un ispettore di polizia ucciso davanti ai suoi occhi da Cosa Nostra nei primi anni novanta ed ex compagna di un magistrato della Dda che ha abbandonato quando è scappata via da Palermo. Una donna in perenne fuga dal passato, che ai piedi dell'Etna, o meglio della muntagna, ha trovato la sua dimensione ideale. Per lo meno, lei ne è convinta. Cinefila accanita, collezionista di vecchi film e di pellicole girate in Sicilia; buongustaia ma del tutto incapace di gestire un fornello; fumatrice di Gauloises e insonne per natura» (Cristina Cassar Scalia, «tuttolibri – La Stampa»).
Nella grotta di un fiume sotterraneo, l'Amenano, che scorre sotto il centro storico di Catania, viene trovato il corpo di un uomo: Vincenzo Maria La Barbera. Era un eccentrico professore di Filosofia che viveva in una barca, impegnato non solo ad insegnare: voleva salvare i giovani dai pericoli della città. Con la sua fidanzata, Vera Fisichella, stava per creare una comunità per ragazzi problematici.
Persona «troppo perbene» dicono in Questura, il caso sarà difficile. Il mistero di questo assassinio si intreccia con le vicende di Vanina, in una trama avvincente: «Cassar Scalia è abilissima nell'intrecciare i piani del romanzo. Da una parte la vita della protagonista, i pensieri intimi, i ricordi, le paure, il trauma che non riesce a superare, l'impossibilità di vivere nel presente, l'amore tormentato per un uomo che potrebbe finire come il padre, morto ammazzato. Dall'altra il rompicapo intellettuale, il giallo che cattura i lettori. Il canone è rispettato, i personaggi secondari affastellano la scena: c'è la mitica vicina di casa Bettina e il commissario in pensione Biagio Patanè, uno sbirro vecchio stampo che sembra un omaggio alla figura di Camilleri. Saggio e maestro, arcaico nella lingua e nei modi, lucido e generoso. E c'è la Sicilia, terra di delitti e misteri, che resiste all'ombra della Muntagna e insegue con i suoi fantasmi anche chi, a quei fantasmi, ha dedicato la vita» (Stefania Parmeggiani, «Robinson – la Repubblica».
Con L’uomo del porto «Cassar Scalia si conferma una delle voci più autorevoli del giallo italiano, costruendo un fitto intreccio di azione e sentimenti, spingendo Vanina al cospetto di dilemmi etici e sentimentali, ravvivando con forza il legame con i suoi lettori» (Francesco Musolino, «La Gazzetta del Sud», link).
Klara e il Sole è il nuovo romanzo di Kazuo Ishiguro, il primo dopo il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura. «Dopo Quel che resta del giorno e Non lasciarmi, Ishiguro firma un altro capolavoro (parola rischiosa, ma stavolta è il caso di sbilanciarsi). Opera visionaria ed elegiaca di bellissimo spessore […] Il libro conquista per limpidezza dello stile, profondità delle implicazioni esistenziali e stratificazione dei livelli narrativi. Di volta in volta il grande gioco di Ishiguro si esprime in cenni, trasparenze e piccole dosi» (Leonetta Bentivoglio, «la Repubblica»).
Seduta in vetrina sotto i raggi gentili del Sole, Klara osserva il mondo di fuori e aspetta di essere acquistata e portata a casa. Promette di dedicare tutti i suoi straordinari talenti di androide B2 al piccolo amico che la sceglierà. Gli terrà compagnia, lo proteggerà dalla malattia e dalla tristezza, e affronterà per lui l’insidia piú grande: imparare tutte le mille stanze del suo cuore umano.
Josie è una bambina fragile, pallida, insicura nel camminare e afflitta da un male oscuro; la sceglie, è Lei quella che vuole e la porta nella sua casa luminosa, dove si vede il Sole che tramonta. E quando la malattia di Josie colpisce più duramente, Klara sa che cosa fare: deve trovare colui da cui ogni nutrimento discende e intercedere per la sua protetta, anche a costo di qualche sacrificio; deve impegnarcisi anima e corpo, come se anima e corpo avesse.
«In effetti il libro parla soprattutto di emozioni e relazioni. S'interroga sui rapporti e i sentimenti in un contesto modificato dalla scienza e dalla tecnologia. Si può sostituire una persona che muore per evitarci il dolore della perdita? Un individuo è unico negli algoritmi e in altri dati? Se lo è, in che modo questo trasformerà la nostra affettività? Come cambierà l'amore, qualora potessimo trasferire un essere su una banca dati? Sono le questioni che ho voluto porre attraverso gli occhi di Klara e della sua innocenza» (Kazuo Ishiguro intervistato da Leonetta Bentivoglio, «la Repubblica»).
Il nuovo romanzo di Ishiguro «ha una sua specifica qualità geologica: si parte da uno strato superficiale, vestito da futuribile, e si scava verso un centro antico quanto il pensiero dell'uomo su se stesso: che cosa, in ultimo, ci rende umani? Ishiguro non lo dice mai forte, però leggendolo lo si intuisce un po' ovunque: amare ed essere amati» (Laura Pezzino, «tuttolibri – La Stampa»).
Dal 26 aprile debutta «beginners», il nuovo appuntamento in diretta su Facebook e sul canale YouTube della Casa editrice, ogni lunedì alle 18.30. I nuovi esordienti Einaudi, presentati dall'editor che ha lavorato con loro sin dalle prime bozze, dialogheranno con autori e autrici già affermati che hanno particolarmente apprezzato il libro.
Un progetto per costruire e raccontare il futuro della Casa editrice, un'iniziativa dedicata alle nuove voci del nostro catalogo.
«Proprio chi ha una storia come la nostra è più votato a pensare al domani, a costruire il futuro.
E cos'è il futuro di una casa editrice se non i propri esordienti, chi comincia la propria carriera, chi inizia?
È per loro, e per il nostro futuro, che abbiamo ideato “beginners”».
Ernesto Franco, direttore editoriale
Ecco i primi «beginners»:
- Lunedì 26 aprile Paolo Milone (L’arte di legare le persone) con Marco Missiroli e Paola Gallo.
- Lunedì 3 maggio (Il venditore di rose) Dario Sardelli con Serena Dandini e Francesco Colombo.
- A seguire: Stefano De Bellis ed Edgardo Fiorillo, Martina Merletti e Nicoletta Verna…
Per tutti gli aggiornamenti consulta la pagina Facebook Einaudi
-
L’arte di legare le persone
Quarant'anni a farsi domande in mezzo a quelli che chiamiamo matti.
«In questo libro che sembra una preghiera umanissima all'amore verso di sé, Paolo Milone muove tutta l'umanità e l'intimità di un medico che vive tenendo tra le mani il dolore degli altri...»
Annalena Benini...pp. 200€ 12,00 -
Il venditore di rose
Piersanti Spina, vicequestore a Tor Pignattara, non sente il freddo, non sente il caldo, non sente nemmeno i pugni e le ferite. La sua è una malattia, eppure ci sono colleghi che lo invidiano, altri che lo guardano con sospetto, altri ancora che trovano la...pp. 240€ 17,00 -
Il diritto dei lupi
Cicerone al suo primo processo importante e un ex centurione alle prese con un'indagine sporca. Tra il legal thriller e l'hard boiled, un romanzo pieno di suspense in una Roma antica che, come oggi New York o Londra, è innanzitutto una capitale del mondo.pp. 736€ 22,00 -
Ciò che nel silenzio non tace
«È stato tutto sbagliato».
«È stato quello che poteva essere».
Puoi fuggire alla Storiaquando ti accorgidi farne parte?
In questo romanzo delicato e ricchissimo, con una sicurezza e una competenza piú uniche che rare in un'opera d'esordio, Martina Merletti dona una nuova storia al nostro Novecento.pp. 280€ 18,00 -
Il valore affettivo
«Splendido».
Viola Ardone
«Un romanzo familiare di rara intensità».
Corrado Augias
«Una storia molto toccante».
Valeria Parrellapp. 304€ 13,00
Tomaso Montanari vince la X edizione del Premio De Sanctis per il Saggio breve con L'ora d'arte, uscito nel 2019 nei Super ET.
La giuria, nelle parole di Elisabetta Rasy, motiva così il premio:
«Studioso di lungo corso, docente di storia dell’arte all’università per stranieri di Siena, audace polemista in difesa del nostro patrimonio culturale paesaggistico, Tomaso Montanari, nel libro L’ora d’arte, sembra distanziarsi dalle sue radicate competenze per abbandonarsi a quello che a lui stesso appare, nelle parole che introducono il volume, una sorta di “estro anarchico”. Non è così e più che mai brilla in quest’opera la vasta conoscenza che ha l’autore del variegato, incantatore e anche accidentato territorio dell’arte. […] Più volte troviamo citato in questo libro, come ne fosse il più saldo ispiratore, quell’articolo della costituzione che ci invita, e soprattutto obbliga, a difendere il patrimonio storico e artistico della nazione. Con questi scritti, veri e propri lampeggianti gioielli di quella forma letteraria difficile che è il saggio breve, in cui lo stile intreccia conoscenza e immaginazione, Montanari ci invita, prima ancora che a difenderlo, ad amarlo, a sentirlo come qualcosa di personale e necessario, senza il quale vacilla la nostra stessa idea di comunità nazionale».
A febbraio è uscito, sempre nei Super ET, anche La seconda ora d’arte. L’autore accompagna il lettore tra le strade del bello, dove alto e basso si mescolano, dove contemporaneo e classico sono parte di un unico grande discorso, che parte dalle mani impresse sulla roccia in una caverna e arriva a Banksy, passando per Raffaello, Monet, Pellizza da Volpedo e Rothko.
L’autore «ci offre un nuovo gioiello, particolarmente prezioso in questo difficile momento. C'invita "alla scoperta di cento opere fondamentali, per imparare attraverso la bellezza a essere persone più umane e cittadini più consapevoli". In realtà, non si tratta solo di bellezza ma di un concetto ancora più misterioso. L'arte, secondo Montanari, è qualcosa che "tutti siamo fatti per amare"» (Vanja Luksic, «Internazionale»).
Il professore, in queste pagine agili e appassionanti, traccia una possibile via per un’educazione artistica che sia anche educazione sentimentale e civica. La seconda ora d’arte è un viaggio fra passato e presente che «ci restituisce un poema umanissimo e universale, dove l'arte rinnova il suo compito: scuotere le coscienza ed educare alla bellezza» (Chiara Gatti, «il venerdí – la Repubblica»).
-
L’ora d’arte
L'ora d'arte, che in tanti vorrebbero cancellare dai programmi scolastici, dovrebbe invece essere la piú importante di tutte. Perché l'ora d'arte serve a diventare cittadini, a divertirci e commuoverci. Serve a imparare un alfabeto di conoscenze ed emozioni essenziali per abitare questo nostro mondo restando...pp. 224€ 15,00 -
La seconda ora d’arte
Un viaggio alla scoperta di cento opere fondamentali, per imparare attraverso la bellezza a essere persone piú umane e cittadini piú consapevoli.pp. VIII - 222€ 15,00
Menzione Speciale della Giuria al Premio Calvino 2020, Il valore affettivo è il libro d’esordio di Nicoletta Verna. L’autrice scrive un indimenticabile romanzo familiare, nel quale una giovane donna cerca ostinatamente una forma di redenzione.
L'esistenza di Bianca si è sbriciolata il giorno in cui, da bambina, ha perduto sua sorella. Stella era pura, onesta, e manteneva le promesse. Ecco perché la sua scomparsa ha macchiato il mondo di colpa. L’incidente dai contorni incerti ha innescato nella sua vita una reazione a catena, che non ha risparmiato nulla. Oggi sta con Carlo, cardiochirurgo di fama internazionale, e all’apparenza lo venera. Ma tanta devozione, in realtà, nasconde un piano macchinoso, folle: un progetto di rinascita in cui l’uomo è un mero strumento.
Il valore affettivo sta ricevendo una straordinaria accoglienza da parte della critica. Ecco alcuni estratti:
«E voi dove li sotterrate i ricordi tossici, le scorie emotive, i giorni da dimenticare? Bianca, la protagonista di Il valore affettivo, splendido esordio di Nicoletta Verna, ha sviluppato una speciale sensibilità per sbarazzarsi dei rifiuti, elevando la raccolta differenziata a certosina regola di vita. Anche se, di quello che le fa più male, non può e non potrà forse mai liberarsi. E quel dolore sordo e continuo, come un giro di basso della sua esistenza, ha radici lontane che affondano nell'infanzia. La scomparsa della amatissima sorella maggiore, Stella, che fa deflagrare l'intero nucleo familiare come un bicchiere di cristallo sotto una pressa. E le sue schegge restano infitte nel cuore di ciascuno. […] Noi restiamo al suo fianco ad ogni passo, per scoprire insieme a lei che quello che ci resta, alla fine, è solo quello che non abbiamo voluto lasciare andare».
Viola Ardone, «tuttolibri – La Stampa»
«Nicoletta Verna ha scritto un romanzo familiare di rara intensità che affonda nell'enigma di un sentimento di colpa senza redenzione. La storia è narrata con una lingua limpida, semplice eppure pregnante, arricchita da accostamenti imprevedibili, repentini scarti di senso che gettano sugli eventi un'illuminante luce obliqua».
Corrado Augias, «il venerdì – la Repubblica»
«C'è una coerenza navigata nella struttura. La prosa asciutta e solida non ha mai le incertezze di un'opera prima. Quando Stella muore (solo nelle ultime pagine scopriremo la verità sulla "disgrazia"), la sua famiglia si disgrega. Il padre non sopporta l'affossarsi psichico della moglie e dalla Brianza fugge in Svizzera. Bianca, che per natura è bellissima, fa la starlette in tivù con radicale indifferenza rispetto al proprio ruolo. Poi incontra il cardiochirurgo Carlo e lo seduce in vista di un progetto. Lo prende in pieno con la sua acquiescenza poiché lo percepisce come un ottimo patrimonio genetico. Per connettersi a Carlo e imprigionarne l'utilità del seme, Bianca si trasferisce a Roma. Gli sta accanto per rendersi madre di una nuova Stella che potrebbe riparare l'enormità del danno commesso o subito.
Nel frattempo la sua espiazione si concentra sul controllo dei rifiuti. In lei l'anestesia delle emozioni si proietta nel differenziare ciò che converge nelle più ripugnanti spazzature. Il quadro dettagliato di questa sua maniacalità è l'elemento più visionario e originale del racconto. Ha un effetto forte, sul lettore, contemplare una fata lussuosa che s'infila nei cassonetti. […] C’è molta spiritualità compressa nel suo povero e meraviglioso corpo senza pace».
Leonetta Bentivoglio, «Robinson – la Repubblica»
«Bianca e il suo passato famigliare da buttare, come tutti i rifiuti che si ostina a catalogare con perizia ossessiva. Ossessivo è pure il tentativo divorante di dare una ricostruzione alla morte inaspettata della sorella, deflagrante per tutta la famiglia. Bianca fa coppia con Carlo ora, cardiochirurgo stimato, per lei solo un tassello prezioso per un suo distorto piano di resurrezione. Tutto è scoria. Tutto è da buttare. Solo quel progetto può restituirle la vita. Questo romanzo d’esordio è una bomba. Bum! “Non è che fossi triste: quello che sentivo non era il contrario della felicità, era il contrario della vita”».
Luciana Littizzetto, link
«Una giovane e bellissima donna oppressa dai sensi di colpa per la morte della sorella, e con un piano folle per farla rivivere. È il romanzo sorprendente di Nicoletta Verna. Che si fa fatica a ritenere un esordio».
Francesca Marani, «il venerdì – la Repubblica»
«Il libro di esordio di Nicoletta Verna, Il valore affettivo, pubblicato da Einaudi, ha una grande strada davanti. Perché si affaccia al mondo editoriale con sapienza, menzionato in un prestigioso premio letterario, e perché pare uscire da una penna che controlla perfettamente trama e personaggi. È una storia molto toccante, quella di Bianca, che ha perduto da piccina la sorella e ci accompagna lungo due traiettorie: la vita che le accade, con una Roma bella, fatta di terrazze e vino buono, in cui vive con suo marito Carlo, famoso cardiochirurgo, e una traccia sotterranea che si svela a poco a poco e che racconta sia della tragedia infantile sia di un proposito da compiersi».
Valeria Parrella, «Grazia»
Dopo il grande successo di Resto qui, Marco Balzano torna con un racconto profondo e tesissimo di destini che ci riguardano da vicino, ma che spesso preferiamo non vedere. Quelli di chi va e quelli di chi resta.
Daniela se n'è andata lasciando solo poche righe per spiegare la sua partenza; sa che il marito e soprattutto i figli non avrebbero capito, ma sa anche che quello strappo è necessario per garantire un futuro alla famiglia. Parte per Milano come tante altre donne rumene, a fare di volta in volta la badante, la baby-sitter, l’infermiera… e quella che doveva essere un’esperienza fugace diventa una seconda vita, e i ritorni a casa si fanno sempre più rari.
Quando tornerò è «una storia che conosciamo, che spesso ha attraversato casa nostra senza che facessimo mai troppe domande. Marco Balzano ha scritto il romanzo sulle domande mai fatte. Sulla tremenda prova di forza di madri che si caricano sulle spalle il destino della famiglia, e per salvarla vanno via, a curare altri dolori in altre famiglie, in altre lingue e quindi in silenzio» (Annalena Benini, «Il Foglio»).
A narrare questa storia sono Daniela e i suoi figli, Manuel e Angelica. Tre voci – nostalgiche, arrabbiate, profondamente umane - che aprono uno squarcio sulla complessa realtà della lontananza, dei vuoti affettivi, degli slanci d’amore e dell’abbandono.
In una bellissima conversazione con Elizabeth Strout su «la Lettura», Marco Balzano ammette che «la madre è un "luogo" in cui ritorno in modo insistente, credo che sia inevitabile. Il rapporto con la madre nasce sempre come un'unità e finisce sempre con un distacco. La madre è destinata a diventare uno strappo e dunque in qualche misura una delusione o una nostalgia per una relazione che non sarà mai più completa».
Quelle che l’autore racconta sono storie di vite che, se non ci fosse qualcuno a raccoglierle, resterebbero impigliate nel silenzio. «Solitudini e dolori, stereotipi, scatti d'ira e slanci d'affetto, rabbiosi come il bisogno da cui nascono, rimbalzano da un Paese all'altro, dall'Est Europa all'Italia cambiando, a tratti e solo per un attimo, le sorti delle persone. Come il vecchio Giovanni che a seconda di come gli gira la chiama "bella gioia o puttana di una rumena". Come Elena con cui una volta i ruoli si invertono e per un giorno è lei a curare la badante immobilizzata dal mal di schiena. Balzano registra quei gesti e quelle parole, quelle inversioni. Come un piccolo, inesorabile archivista della contemporaneità setaccia il presente e si incarica ancora una volta di raccogliere frammenti di umanità, di salvare dagli ingranaggi del sistema persone, scelte e destini» (Cristina Taglietti, «Corriere della Sera»).
«L'immagine di Enea che porta sulle spalle Anchise, il padre ormai anziano, non ci descrive più. Quel gesto da un po' di tempo lo compie qualcun altro. Non è una responsabilità e nemmeno una critica – tutti elementi che a un narratore interessano poco – ma un cambiamento di cui, per una serie di ragioni profonde che forse hanno a che fare con il pudore, il senso di colpa, l'amore stesso, non abbiamo ancora parlato a sufficienza. In quell'immagine di Enea, sostituito da una persona che non ha legami di sangue col vecchio appoggiato sulle sue spalle, si nasconde un dato ancora da rivelare e che per essere messo meglio a fuoco va ripetuto: queste donne sono madri» (Marco Balzano, «L’Espresso»).
Il 25 marzo è la data che «gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia, e sarà l’occasione per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante, con tante iniziative, anche on line, organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali. L'edizione del 2021 è anche più significativa perché avviene nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta» (Ministero della Cultura, link).
Di seguito i più recenti libri «danteschi» della Casa editrice:
Il convenzionale intreccio della figura pubblica e privata di Dante con la sua opera e il contesto storico e culturale dell’Italia tra Due e Trecento ha favorito in passato non poche ingenuità metodologiche e comode semplificazioni che questa nuova vita di Dante evita accuratamente. Combinando, in un linguaggio chiaro e accessibile a un pubblico di lettori non specialisti, le acquisizioni piú recenti con gli esiti di ricerche personali e di prima mano, Paolo Pellegrini propone sostanziose novità rispetto alle biografie precedenti. Sia nella scrupolosa ricostruzione dell’esistenza del poeta, sia nell’attenta analisi della tradizione testuale, della cronologia e della stesura delle opere, che passa i piú recenti contributi della medievistica moderna al vaglio della migliore filologia novecentesca. Al tempo stesso, attraverso una piú solida selezione puntuale della bibliografia dantesca, il saggio intende offrire alle generazioni di studiosi piú giovani o ai semplici appassionati un’indicazione di metodo che potrà essere messa a frutto per ulteriori e future ricerche.
Gli appuntamenti:
Martedì 23 marzo, h. 17.00 - Pupi Avati dialoga con Paolo Pellegrini (Università di Verona) sul film che porterà in televisione la vita di Dante Alighieri e sulla biografia del poeta recentemente pubblicata da Einaudi. Modera l’incontro la giornalista Elisa Innocenti. Canale Youtube dell'università: https://www.youtube.com/user/UniVerona
Giovedì 25 marzo, h. 17.30 - Dibattito tra il dantista Zygmunt G. Barański (Cambridge University - University of Notre Dame) e il filologo Paolo Pellegrini (Università di Verona), autore del recentissimo libro Dante Alighieri. Una vita(Einaudi). La presentazione del volume è occasione per i due studiosi di confrontarsi sulle più recenti ricostruzioni biografiche del Sommo Poeta, sul rapporto di Dante con la realtà storica e culturale del Medioevo, sulla necessità di coniugare le esigenze della ricerca scientifica e quelle dell'alta divulgazione. Presenta l’incontro l’assessore alla cultura Francesca Briani. Comune di Verona: https://www.youtube.com/channel/UCqKjQsEWI1Eryu-Omq4i_KQ
Dagli amanti clandestini Paolo e Francesca al goloso Ciacco, dall’eretico Farinata degli Uberti a Ulisse, fino al terribile Lucifero: per ritrovare la strada perduta Dante deve scendere nell’abisso infernale e penetrare il mistero dei limiti di ogni essere umano. Per seguire la Comedia passo a passo, Roberto Mercuri ha costruito un’organizzazione degli apparati di ogni singolo canto che aiuta il lettore a entrare nel mondo trinitario e tripartito descritto da Dante: un brevissimo riassunto che presenta, oltre a quanto accadrà, gli uomini e le donne che si incontreranno; un commento approfondito sulla struttura del canto, sui personaggi, sulle allegorie, sui nodi di senso piú oscuri e problematici; le note a piè di pagina, puntuali ed esplicative del testo.
L’ascesa lenta e pensosa lungo il monte dei sette vizi capitali, in quel «regno di mezzo», di rigenerazione e rinascita, dove abitano anime imperfette, che non sono riuscite a vincere le passioni nefaste. Come Dante, come ciascuno di noi. Per seguire la Comedia passo a passo, Roberto Mercuri ha costruito un’organizzazione degli apparati di ogni singolo canto che aiuta il lettore a entrare nel mondo trinitario e tripartito descritto da Dante: un brevissimo riassunto che presenta, oltre a quanto accadrà, gli uomini e le donne che si incontreranno; un commento approfondito sulla struttura del canto, sui personaggi, sulle allegorie, sui nodi di senso piú oscuri e problematici; le note a piè di pagina, puntuali ed esplicative del testo.
Il picco piú alto, originale e rivoluzionario del viaggio dantesco attraverso i nove cieli del Paradiso. Qui la parola si eleva fino al punto di farsi preghiera, di mostrare ciò che non può essere visto, di dire ciò che non può essere detto. Per seguire la Comedia passo a passo, Roberto Mercuri ha costruito un’organizzazione degli apparati di ogni singolo canto che aiuta il lettore a entrare nel mondo trinitario e tripartito descritto da Dante: un brevissimo riassunto che presenta, oltre a quanto accadrà, gli uomini e le donne che si incontreranno; un commento approfondito sulla struttura del canto, sui personaggi, sulle allegorie, sui nodi di senso piú oscuri e problematici; le note a piè di pagina, puntuali ed esplicative del testo.