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Mirra
Il libro
“A Mirra non aveva pensato mai… Mi capitò alle mani nelle ‘Metamorfosi di Ovidio’ quella caldissima e veramente divina allocuzione di Mirra alla di lei nutrice, la quale mi fece prorompere in lacrime, e quasi un subitaneo lampo mi destò l’idea di porla in tragedia; e mi parve che toccantissima ed originalissima tragedia potrebbe riuscire…” Così Alfieri rievoca nella Vita la genesi di Mirra, che lo occupò, in pratica, per cinque anni, dal 1784 al 1789, quando vide la luce la stampa parigina. “Originalissima” la Mirra appare anche ai critici e agli studiosi, concordi nel ravvisarvi la prima tragedia italiana non tanto sull’amore incestuoso quanto sull’inconscio, che per la prima volta diventa protagonista in scena, affiorando nel sovrumano dolore d’una principessa diciottenne “innocentemente” innamorata del proprio padre, eppure così profondamente sconvolta dal sentimento inatteso da punirsene col suicidio.