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L’Italia spensierata
«Io mi sono sempre sentito diverso da quelli che guardano Domenica in o Natale a Miami o si infilano negli ingorghi delle vacanze. È tutta la vita che mi baso su tali certezze. Poi queste certezze hanno cominciato a vacillare».
Il libro
Ci sono cose che non fareste mai. Cosí dite: né ora né mai. Sprecare una fruttuosa domenica pomeriggio negli studi di Cinecittà per partecipare a una trasmissione televisiva, per esempio. Sgomitare in un autogrill, anzi due, nei giorni di punta, quelli da bollino rosso. Mettersi in coda per salire sulle attrazioni di Mirabilandia e divertirsi assaporando la paura della morte, vomitare dopo le montagne russe, spendere un intero stipendio sotto il giogo di figli ipnotizzati. Affrontare la calca per l’ultimo cinepanettone, quello che vanno a vedere tutti, quello che incarna l’animo caciarone dell’italiano medio e trovarsi lí con tanti italiani medi a sorbirsi l’ennesima tonnellata di equivoci. E poi succede che siete anche voi dentro le cose che non fareste mai. A tutti, prima o poi, succede. «È il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po’ stupidi. E la risposta non è: no. La risposta è: sí. Ma questo sí è comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po’ stupidi qualche volta nella vita… e a lasciarsi andare». Con l’ironia e l’acume che lo contraddistinguono, Francesco Piccolo ci porta con sé in un viaggio di partecipazione alla scoperta di un’Italia dei «tanti», in cui, nostro malgrado e con sorpresa, ci riconosciamo. Perché quell’Italia, per quanto possa inquietarci, somiglia a ognuno di noi.