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30 gennaio 2025
Francesco Piccolo
Bologna - Nell'ambito della rassegna Le voci dei libri, l'autore presenta il suo nuovo libro Son qui: m'ammazzi, alle ore 18.30 presso il Mast (via Speranza, 42). In dialogo con Marco Antonio Bazzocchi. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria su www.mast.org
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31 gennaio 2025
Francesco Piccolo
Milano - L'autore presenta il suo nuovo libro Son qui: m'ammazzi, alle ore 19 presso l'Auditorium Monte Rosa 91 (via Monte rosa, 91). Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria su www.monterosa91.it.
L’Italia spensierata
«Io mi sono sempre sentito diverso da quelli che guardano Domenica in o Natale a Miami o si infilano negli ingorghi delle vacanze. È tutta la vita che mi baso su tali certezze. Poi queste certezze hanno cominciato a vacillare».
Il libro
Ci sono cose che non fareste mai. Cosí dite: né ora né mai. Sprecare una fruttuosa domenica pomeriggio negli studi di Cinecittà per partecipare a una trasmissione televisiva, per esempio. Sgomitare in un autogrill, anzi due, nei giorni di punta, quelli da bollino rosso. Mettersi in coda per salire sulle attrazioni di Mirabilandia e divertirsi assaporando la paura della morte, vomitare dopo le montagne russe, spendere un intero stipendio sotto il giogo di figli ipnotizzati. Affrontare la calca per l’ultimo cinepanettone, quello che vanno a vedere tutti, quello che incarna l’animo caciarone dell’italiano medio e trovarsi lí con tanti italiani medi a sorbirsi l’ennesima tonnellata di equivoci. E poi succede che siete anche voi dentro le cose che non fareste mai. A tutti, prima o poi, succede. «È il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po’ stupidi. E la risposta non è: no. La risposta è: sí. Ma questo sí è comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po’ stupidi qualche volta nella vita… e a lasciarsi andare». Con l’ironia e l’acume che lo contraddistinguono, Francesco Piccolo ci porta con sé in un viaggio di partecipazione alla scoperta di un’Italia dei «tanti», in cui, nostro malgrado e con sorpresa, ci riconosciamo. Perché quell’Italia, per quanto possa inquietarci, somiglia a ognuno di noi.