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Storia di Torino
La vicenda millenaria di una città-laboratorio nella storia d'Italia, in una nuova e agile sintesi.
Il libro
Torino, e non solo da oggi, è la più invisibile delle grandi città italiane. A oscurarla sono paradossalmente proprio i suoi emblemi più evidenti. Casa Savoia, la Fiat… simboli talmente noti che finiscono per sovrapporsi alla città, cancellandola. Torino, invece, non è soltanto questo: ha alle spalle una ventina di secoli di storia intensa e insieme elusiva, che questo volume ripercorre sulla base delle più aggiornate ricerche storiche e archeologiche. Con stile semplice e piacevole, i due autori raccontano gli sviluppi imprevedibili di un piccolo nucleo urbano, poco appariscente eppure votato a catalizzare fin dall’Antichità vasti, differenziati interessi di potere. La felicissima posizione geografica della romana Augusta Taurinorum segna una volta per tutte il destino della futura Torino, quello di essere un centro. Centro di una diocesi e di un ducato longobardo, poi di un comitato franco e di una grande marca postcarolingia; centro di un piccolo comune aristocratico, anche. Sempre meno vistosa, meno importante di altre città, Torino si presta, nei secoli, a essere reinventata e riscritta in un continuo laboratorio di progettualità politiche. Alla fine del Cinquecento, i Savoia smettono di guardare ostinatamente oltralpe e, abbandonata Chambéry, legano Torino ai destini del proprio Stato, facendone una capitale. Ed è appunto in Ancien Régime che la schiva città sboccia, bellissima, capace di sorprendere i viaggiatori del Grand tour ma anche di sostenere il peso di assedi e di sconfitte, di un’occupazione francese davvero “rivoluzionaria” e di una pesante Restaurazione. Poi la dinastia sabauda fa carriera e «tradisce» la sua antica capitale, abbandonandola a un difficile periodo di crisi economica e identitaria. Torino ne esce, ancora una volta, in modo tutt’altro che scontato: l’elegante città dei sovrani, della corte e delle regie manifatture si trasforma pian piano nel più imponente esempio di metropoli monoindustriale d’Italia, sede di un vivace movimento operaio e sindacale. Una trasformazione recente, per molti versi subìta, e inoltre già terminata, che consegna la città a un futuro ancora tutto da scrivere. È un facile peccato continuare a non vedere Torino. Questo libro aiuta a non commetterlo.