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Storia del Pacifico I: Il lago spagnolo
Il libro
Fino al 1513, anno in cui Nunez de Balboa scopre il “Mar del Sur”, e prima dell’epica, e tragica, spedizione di Magellano del 1519, sui planisferi europei il “Pacifico” non era che una steminata, vuota distesa senza nome. Va a merito dell’ammiraglio portoghese l’aver acceso quella scintilla che, in breve volgere di tempo, avrebbe trasformato il grande Oceano in un fitto intreccio di rapporti commerciali e strategici, fruttuosi fermenti culturali, devastanti conflitti di potere.Come sottolinea l’autore (direttore della Research School of Pacific Studies presso l’Australian National University) questa è una storia del Pacifico, e non già delle sue genti: l’obbiettivo è dunque quello di delineare una storia del “lago spagnolo” visto come entità a sé stante, un ‘continuum’ spazio-temporale in cui si muovono navigatori e mercanti, conquistadores e personaggi da leggenda, un crogiolo in cui ribollono interessi di ogni sorta e si forgiano nuove società. In primo piano campeggia, naturalmente, l’America latina, emanazione della madrepatria, che per sua natura divenne il fulcro per mezzo del quale, nella sua fase iniziale o iberica – l’Europa estese il proprio dominio nella metà opposta del globo. Vengono così ripercorse le fasi più importanti di un periodo, il XVI secolo, che non ha certamente paragoni con altri nel corso della storia: nel 1500 nessun occhio europeo aveva avuto modo di ammirare una spiaggia dell’Oceano, ed anche i suoi mari finitimi sin dai tempi di Marco Polo erano stati probabilmente solcati soltanto da un pugno di missionari. Cent’anni dopo i lineamenti generali delle Indie Occidentali e della costa cinese erano passabilmente definiti, gli scambi commerciali in Giappone erano attivi, e tra Manila e Acapulco correva una regolare linea di navigazione.Quanto all’Oceano vero e proprio, molte isole erano state avvistate, alcune visitate, compreso il grande arcipelago delle Salomone, e se pure le carte nautiche non erano ancora molto affidabili, per […]