Giulio Einaudi editore

L’arte della guerra

Da Sun Tzu a Clausewitz
L’arte della guerra
Da Sun Tzu a Clausewitz
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Le culture militari dell'Oriente e dell'Occidente vengono qui messe a confronto attraverso una scelta antologica dei testi più importanti lungo una carrellata di ventitré secoli, dal quarto secolo avanti Cristo al primo Ottocento.

2009
I millenni
pp. CLXII - 794
€ 90,00
ISBN 9788806197902
A cura di
Illustrazioni di

Il libro

La guerra è sempre stata un’equazione con troppe incognite, un duello incessante non solo con il nemico ma con un insieme di elementi che sembra sfuggire a ogni possibile controllo. Per questo fin dall’antichità gli strateghi e i teorici di cose militari hanno cercato di limitare e controllare il potere del caso nelle vicende belliche. In sostanza hanno cercato di individuare il rapporto più efficace tra pensiero, azione e risultato. Ognuno con la propria identità culturale e i propri presupposti filosofici.
In Europa prevale il tentativo di dare ordine razionale alla materia sfuggente e di imporre la volontà umana alle condizioni oggettive. Viceversa, in Oriente l’idea fondamentale è quella di assecondare il corso delle cose, adattarsi in modo duttile alla realtà: la rigidità e la prevedibilità sono, in quest’ottica, le peggiori caratteristiche di un comandante e del suo esercito.
Le culture militari dell’Oriente e dell’Occidente vengono qui messe a confronto attraverso una scelta antologica dei testi più importanti lungo una carrellata di ventitré secoli, dal quarto secolo avanti Cristo al primo Ottocento. Cerniera fra i due mondi, gli strateghi bizantini sono tra i più innovativi e originali, mettendo a punto quelle idee di guerriglia che, nella pratica, permetteranno all’impero di sopravvivere per circa un millennio a una serie pressoché continua di guerre e di invasioni.
Ma il cuore del volume, forse, è concentrato nelle trattazioni moderne: sei, sette e primo-ottocentesche. Perché le innovazioni tecnologiche hanno via via complicato le cose e armonizzare l’operato dei vari reparti di un esercito (evitando per esempio che gli archibugeri sparino alla propria cavalleria) diventa un sistema complesso di organizzazione e di comunicazione interna. Inoltre le fila degli eserciti moderni si sono ingrossate, le divisioni e le armate contengono molte migliaia di uomini, ognuno dei quali va informato, motivato e convinto a fare il suo preciso compito, né di più né di meno, perché le decisioni individuali, anche se eroiche, possono essere fatali agli obiettivi collettivi.
L’arte della guerra in età moderna aspira dunque a trasformare l’esercito in un congegno meccanico di grande complessità e precisione. Ma i migliori strateghi non dimenticano mai che la realtà, alla fine, è sempre diversa dall’astrazione teorica. E ogni vera teoria deve tenerne conto.

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