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I ribelli
Il brigante, il rivoluzionario, il profeta, sono figure che hanno alimentato una ricca mitologia che, se può essere suggestiva su un piano folcloristico, finisce per distogliere da una visione complessiva e storicamente meditata del fenomeno.
Il libro
Eric J. Hobsbawm si è proposto di andare oltre l’alone che circonda questi personaggi «all’opposizione», per coglierli in tutte le loro componenti, anche se ciò significa spesso mostrare le contraddizioni che i ribelli ereditano fatalmente dal sistema che combattono o cui cercano di sottrarsi. Attraverso la sottile analisi di fenomeni lontanissimi nel tempo e delle costanti sotterranee che tra essi si stabiliscono, Hobsbawm mette a confronto l’ascetica attesa di un mondo migliore dei millenaristi e le istanze rivoluzionarie piú recenti, traendone acute analogie. La sua narrazione mette a fuoco gli aspetti religiosi, economici, sociali, rituali che stanno dietro (o dentro) i protagonisti. I quali vengono cosí sottratti a qualsiasi processo di idealizzazione senza risultare per questo meno avvincenti: il loro primitivismo, l’ingenuità dell’azione protestataria, la volontà ostinata di essere «fuori» del sistema, anche se vengono prima della protesta organizzata, appartengono già alla storia.