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Crimea
Attingendo a materiali disparati e di prima mano (lettere dei soldati, diari, documenti provenienti dagli archivi russi ecc.), Orlando Figes ricostruisce gli eventi bellici da una prospettiva che dà vita a nuove interpretazioni, trasmettendo al lettore tutta l'intensità e la complessità di un dramma di enormi proporzioni.
Il libro
La guerra di Crimea, combattuta dalla Russia contro la coalizione costituita dall’Inghilterra, dalla Francia, dall’Impero Ottomano e dal Regno di Sardegna, dominò la metà del XIX secolo, provocando la morte di almeno 800 000 persone e ridisegnando la mappa dell’Europa. Secondo la convinzione dello zar Nicola I, quella guerra doveva essere l’adempimento del destino della Russia a governare tutti i cristiani ortodossi e a controllare i Luoghi Santi. Oltre che un grande conflitto per il controllo della penisola balcanica, del Mediterraneo orientale e del Mar Nero, fu anche una guerra basata sull’odio e sull’ipocrisia, segnata in particolare dall’ondata di russofobia che travolse buona parte dell’Europa. Figes descrive la guerra di Crimea come un’ultima crociata, nella quale la religione ebbe un ruolo fondamentale, tanto da trasformarla nella prima «guerra totale» della storia. Innumerevoli furono i morti tra la popolazione civile, vittime dei cannoni o della fame nelle città assediate; etnie furono devastate dalle malattie diffuse dagli eserciti; intere comunità vennero spazzate via durante i massacri e le campagne di pulizia etnica nel Caucaso, nei Balcani e in Crimea.