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Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II
Un'opera che ha segnato una data nella storiografia internazionale e ha innovato profondamente la nostra visione della vita europea e mediterranea nel Cinquecento.
Il libro
Non è esagerato dire che la pubblicazione di questo libro di Braudel ha segnato una data nella storiografia internazionale. L’opera, di lettura affascinante, ha innovato profondamente la nostra visione della vita europea e mediterranea nel Cinquecento: allo schema tradizionale della crisi sopraggiunta come conseguenza delle nuove vie di navigazione atlantica, Braudel contrapponeva – con la forza di convinzione che derivava da una conoscenza precisa di fonti sterminate – la visione di un mondo ancora pieno di traffici e di contrasti, di tensioni e scambi, di cui erano partecipi, direttamente o indirettamente, non solo i paesi rivieraschi, ma anche Stati lontani. In altre parole, la vitalità dell’area mediterranea risultava dirompente ed essenziale, per le civiltà del vecchio mondo, ancora per tutto il XVI secolo. Lo studio della storia visto come connessione di tre momenti diversi – la storia di lento svolgimento e di lente trasformazioni, secolari o addirittura millenarie, la storia ritmata in cicli piú brevi, ma pur sempre pluridecennali, e infine la storia «secondo la dimensione dell’individuo» – mostrava, attraverso questa indagine, la sua efficacia e il suo valore di strumento per l’analisi delle grandi età del passato.