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Aspettando l’imperatore
Corti italiane e uomini del potere nello scontro cinquecentesco tra papa e imperatore.
Il libro
Questo libro ricostruisce in modo nuovo un momento cruciale della storia italiana tracciando il quadro delle aspettative e delle speranze con le quali principi ed esponenti dei ceti dirigenti della penisola guardarono all’imperatore. Elena Bonora prende in considerazione i disegni elaborati dagli uomini di Carlo V in Italia e da gruppi di potere filoimperiali seguendo da vicino corrispondenze inedite e preziose di cardinali e principi. L’obbiettivo è portare in primo piano un’ “Italia dell’imperatore” – tenacemente e assolutamente opposta all’ “Italia del papa” – sinora poco studiata nella sua fisionomia complessiva e nel peso politico che rivestí durante gli anni trenta e quaranta del Cinquecento, in un quadro reso sempre piú instabile e incerto dall’aggravarsi del conflitto tra Carlo V e il papa Paolo III.
La notte del 18 settembre 1549 il cardinale di Ravenna Benedetto Accolti muore di un colpo apoplettico a Palazzo Medici. Poco dopo, messi e staffette si incrociano, portando non solo la notizia della scomparsa del porporato, ma anche allarmate missive che riguardano il destino delle sue carte. Due cardinali, Ercole Gonzaga e Giovanni Salviati, e due principi, Cosimo de’ Medici ed Ercole II d’Este, sono terrorizzati all’idea che la corrispondenza dell’Accolti finisca nelle mani sbagliate. Le informazioni, le iniziative e i progetti che trovano espressione in questo carteggio avvolto dal segreto possono contare su risorse finanziarie ingenti, su protezioni di altissimo livello, su vaste reti di fedeltà cortigiane, su alleanze dinastiche e matrimoniali. Parlano del papa e dell’imperatore e della lotta tra i due giganti: contengono un intero mondo. A partire da questa corrispondenza sinora ignota agli studiosi della crisi religiosa e politica cinquecentesca italiana, Elena Bonora ricostruisce magistralmente l’Italia di Carlo V, riportando alla luce l’intricata rete filoimperiale che collegava tra loro le corti piú influenti della penisola e il suo fallimento finale. L’opzione tra papa e imperatore si traduce nel disegno di un’Italia legata da vincoli di fedeltà all’imperatore lontano, di un papato vicino confinato alla dimensione spirituale, di un assetto geopolitico italiano condiviso e controllato dai principi secolari della penisola, ma saldamente inserito nell’impero universale di Carlo V.