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Potere e mercati in Sicilia
Il libro
Un’interpretazione assai diffusa vuole che l’arretratezza economica del Mezzogiorno abbia origine nel Medioevo, epoca in cui si configura una marcata dipendenza del sud d’Italia dagli scambi con l’esterno. Questo volume contesta tale tesi attraverso una puntuale ricostruzione dell’economia siciliana nel tardo Medioevo, dimostrando che l’isola, a quel tempo, non si trovava affatto in una condizione di sottosviluppo generalizzato, ma in una realtà più fluida, legata alla situazione storico-politica contingente. Secondo Epstein, lo sviluppo economico nel periodo preso in considerazione era regolato sopratutto dalle istituzioni locali. A questo processo non era estranea la gran massa dei contadini, che – non sempre legata ad un’economia di sussistenza – partecipava agli scambi in misura dipendente dalla situazione politica del momento. Questo spiega perché, finite le grandi epidemie del Trecento e allentati i vincoli commerciali in tutta l’Europa occidentale, anche l’economia siciliana abbia potuto partecipare a un’espansione commerciale generalizzata, orientandosi verso la specializzazione e l’esportazione, con un processo che si concluderà nel Cinquecento.Solidamente documentato, grazie anche alle numerose tabelle e cartine, il volume inserisce le vicende siciliane in un più ampio contesto europeo, e costituisce un importante contributo alle ricerche sul nostro Medioevo.