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Trieste
«Trieste, forse, piú di altre città, è letteratura, è la sua cultura»: il paradosso vivente di un centro che sembra appartato, ma che ha saputo diventare il laboratorio in cui si sono sperimentati attivamente tutti i temi centrali della crisi novecentesca.
Il libro
Angelo Ara e Claudio Magris si sono proposti di indagare proprio la peculiarità del «caso Trieste», studiandolo nella sua storia e nelle testimonianze letterarie. Ecco dunque l’unicità, – a sua volta spesso mitizzata – di un crocevia che rispecchia le tensioni europee, che fonde – spesso drammaticamente – culture ed etnie diverse, e in cui possono convivere l’irredentismo e il culto di Francesco Giuseppe, il cosmopolitismo e la chiusura municipale. Profondamente triestine, e insieme internazionali, di una modernità che oggi possiamo intendere meglio, sono le figure che campeggiano in queste pagine: Svevo, Saba, Slataper, e poi i fratelli Stuparich, Michelstaedter e tanti altri ancora, al tempo stesso mediatori di esperienze diverse e inventori originali in proprio. Trieste è stato tradotto in tedesco, francese, sloveno, croato; una traduzione spagnola è in corso di stampa.