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Scritti
«L'antifascismo di Leone Ginzburg [...] era nutrito
di quella cultura storica, umana e umanistica che permetteva
di distinguere, senza possibilità di sbagliarsi, la civiltà
dalla barbarie, i germi di progresso da quelli di decadenza,
la durevole conquista dall'avventura, il pensiero
dalla retorica».
Dalla Prefazione di Norberto Bobbio
Il libro
Ritorna a trentacinque anni di distanza dalla prima edizione la raccolta degli scritti di Leone Ginzburg: testimonianza di una precoce, vivacissima intelligenza, e di un’eccezionale ampiezza di interessi – dalla letteratura russa a quella italiana, dalla storia politica dell’Europa dell’Ottocento alla storia dell’arte. Nella sua lucida e appassionata introduzione, qui ripubblicata, Norberto Bobbio tracciava un ritratto dell’amico di gioventú sottolineandone soprattutto il rapporto con l’eredità ideale, politica e letteraria di Piero Gobetti. Nella prefazione scritta appositamente per questa nuova edizione Luisa Mangoni ricostruisce, sulla base di una documentazione anche inedita, l’itinerario intellettuale di Leone Ginzburg e il suo originale contributo di organizzatore della cultura. «Il fascismo», scrive Luisa Mangoni, «condannandolo a due anni di galera, a due anni e mezzo di sorveglianza speciale che gli rese impossibile proseguire la sua attività pubblicistica, a tre anni di confino, alla morte per mano dei nazisti, gli ha sottratto per sempre una parte feconda dei suoi trentacinque anni di vita». Ma «è il caso di affermare che se il fascismo impedí a Ginzburg il pieno manifestarsi delle sue potenzialità di studioso, c’è un campo in cui la sua personalità ebbe tuttavia modo di esprimersi compiutamente: l’attività editoriale».