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Con scrittura chiara e narrata, e un montaggio quasi cinematografico, Piero Negri Scaglione ci offre non solo la prima biografia di Fenoglio che ricostruisce esattamente la cronologia della sua vita (e delle opere), ma anche un vivido ritratto di Alba, delle Langhe e di un'Italia remota. Tanto che, leggendo queste pagine, sembra di respirare la stessa atmosfera di un inedito romanzo dell'autore del Partigiano Johnny.
Il libro
«Il piú solitario di tutti noi, Beppe Fenoglio, riuscí a fare il romanzo che tutti avevamo sognato, quando nessuno piú se lo aspettava, Una questione privata». Quando Italo Calvino scrive queste righe è il 1965, Fenoglio è morto due anni prima, a quarant’anni, dopo aver pubblicato tre libri: I ventitre giorni della città di Alba, La malora, Primavera di bellezza. Ma il destino un po’ beffardo di essere un autore piú che altro postumo non è l’unico interesse di una vita cosí insolita nel mondo delle lettere italiane.
Beppe Fenoglio nacque ad Alba, nel Piemonte piú profondo e vero, nell’anno della Marcia su Roma, il 1922. Era figlio di un macellaio del centro storico, frequentò il glorioso liceo classico della città perché un maestro elementare ne intuí le doti e sua madre gli credette. Scoprí cosí la letteratura, il teatro, la poesia, soprattutto quella degli autori di lingua inglese, e cominciò presto a creare un mondo immaginario in cui l’amore per la sua terra, le Langhe, si alimentava del fascino per culture e luoghi lontani, nel tempo e nello spazio. Arrivò la guerra, che lo strappò agli studi e gli cambiò la vita. Prima militare (fu allievo ufficiale del regio esercito), poi partigiano, visse fino in fondo l’avventura della nascita della nuova Italia. Tornò alla vita civile con l’unico desiderio di dedicarsi alla scrittura, ma, dovendo trovare un lavoro, finí in una cantina di Alba che produceva vermouth e spumanti. E poi, all’inizio degli anni Cinquanta, il manoscritto di un suo romanzo approda all’Einaudi, sulla scrivania di Italo Calvino.