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L’altra Resistenza
Il libro
Nel 1954 Alessandro Natta si accinge a rievocare la vicenda della prigionia mosso da un preciso intento politico: ricordare, a pochi anni dalla fine del conflitto, l’oscura ma determinante “resistenza” dei militari italiani internati in Germania e, allo stesso tempo, “riabilitare” un esercito uscito moralmente sconfitto sia dalla guerra sia dalla Liberazione. Ma in quegli anni non parve “editorialmente” opportuno pubblicare un libro simile. Un libro che, come sottolinea Enzo Collotti nell’Introduzione, nonostante i quattro decenni passati dalla sua stesura, “nulla ha perso in freschezza, lucidità, incisività” nel raccontare la storia dei 600000 italiani che hanno realmente resistito al nazifascismo, rifiutando di aderire alla Repubblica di Salò e di lavorare per il Terzo Reich, dopo essere stati abbandonati dai vertici politici e militari italiani.