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Il passo delle oche
Il libro
È un gruppo umano con tutte le sue ambizioni e debolezze, quello che ci racconta Alessandro Giuli in questo lancinante ritratto della leadership di Alleanza Nazionale. Dalle origini missine, piene di tuoni mussoliniani, al possibile ingresso nel Partito popolare europeo, il senso della parabola di una generazione politica è nel suo percorso non lineare. In un passo delle oche che è andatura senza progetto, camminare ridondante e senza dirittura.
Il passo delle oche è l’andatura oscillante e senza metodo di un partito concepito molto prima del 1995: prima del congresso di Fiuggi, prima che Gianfranco Fini ne facesse il combustibile di un’avventura personale già estenuata. Il passo delle oche è l’incedere dei figli di Giorgio Almirante e del cieco sradicamento da un passato orgoglioso e catacombale. Il passo delle oche è anche il frutto di un’ubriacatura politica che ha travolto le menti di una classe dirigente scaraventata nel fuoco del potere senza i mezzi per reggerne il bagliore.
Alla vigilia del probabile ingresso nel Partito popolare europeo, Fini e i suoi portano con sé il marchio di un partito che non è più nazionale ma non sa essere apolide, non più ghibellino ma nemmeno guelfo, occidentale per comodità e di destra per mancanza d’altro. Sopra questa incompiutezza An ha seminato la propria transizione da un passato impresentabile a quel nulla imbellettato di modernità chiamato postfascismo.