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Guerre politiche
Il libro
Dal 1967 al 1973 Goffredo Parise ha viaggiato come inviato speciale in Biafra, Vietnam, Laos e Cile, al centro di guerre totali e di rivoluzioni che si imponevano tormèntosamente alla coscienza della pubblica opinione. Perché quei viaggi? si chiede oggi Parise. Per curiosità politica, partecipazione umana, inquietudine intellettuale, amore del rischio; ma anche e soprattutto per la ferma convinzione che con le sue parole scritte avrebbe informato e forse coinvolto alcuni lettori «sulla sorte di alcuni ragazzi di quindici, sedici anni mandati a fare la guerra e disperatamente morti. Forse sono riuscito, e io ho sempre pensato e ancora penso che l’impegno di uno scrittore dovrebbe essere questo». «Scrivendo e pensando e guardando con enorme attenzione quello che ci circonda e talvolta, quasi sempre, soffrendo per l’impossibilità di mutarlo (le sole cose che sa veramente fare uno scrittore), lo scrittore che viaggia finisce per avere una sua idea di luoghi e persone diversi. Che analizza, con automatico piacere professionale, come insegnò a fare allora Marco Polo, un grande fenomenologo ante litteram. La gioventú lo aiuta a guardare, perché l’occhio, la mente e il cuore sono forti e resistenti anche ai grandi dolori dell’umanità».