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Geografie della memoria
Nella metamorfosi della memoria contemporanea cambiano i luoghi del ricordare. La memoria si ritrae dagli ambiti tradizionali dello spazio pubblico per privilegiare la sfera piú intima della vita quotidiana. E la casa, l'antica dimora, finisce per costituire il raccordo emblematico fra memoria e durata.
Il libro
Nella metamorfosi della memoria contemporanea (sempre piú flebile ma insieme ridondante) cambiano i luoghi del ricordare. La memoria si ritrae dagli ambiti tradizionali dello spazio pubblico – i monumenti o i lapidari che campeggiano al centro delle piazze – per privilegiare la sfera piú intima della vita quotidiana. E in questo rimescolarsi delle immagini del passato, un luogo tra i luoghi, la casa, l’antica dimora, finisce per costituire il raccordo emblematico fra memoria e durata. Con il loro corredo di oggetti e arredi, le case sono testimoni indelebili del trascorrere del tempo e dei volubili sentimenti che lo accompagnano. Fin dalle origini della memoria come tecnica oratoria, quando gli antichi retori usavano riporvi idealmente parole e cose. Geografie del ricordo divengono cosí le millenarie case in pietra dei villaggi rupestri del Mediterraneo, ma anche le case della mente descritte in tanti romanzi e poi trasfigurate nei remake cinematografici; mentre una vera e propria guerra delle memorie è custodita, a volerla interrogare, tra le rovine dolenti di un borgo francese distrutto dai nazisti. O ancora, seguendo un percorso largamente sperimentale, si possono scorgere nelle periferie delle città, seminascosti da imponenti caseggiati, i relitti di antiche cascine capaci di narrare la storia del territorio. Tracce di un legame sempre piú incerto e fragile tra il passato e il presente, che solo l’evocazione dei simboli universali dell’esistenza (il profilo familiare della casa delle origini o una culla annerita fra le macerie di un villaggio martire) trattiene in vita.