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Berlinguer e la fine del comunismo
Oggi Berlinguer può essere liberato dai contorni del mito che fa velo alla sua figura e consegnato finalmente allo sguardo della storia. Senza negare l'esistenza di una sua eredità morale e civile, ma impegnandosi a ricostruire le motivazioni, le visioni e i risultati contraddittori della sua opera politica.
Il libro
Per la prima volta uno storico italiano si misura con la figura ingombrante e impegnativa di Enrico Berlinguer. Ricostruendo l’evoluzione della politica internazionale come pilastro portante della sua strategia, il terreno sul quale si cimentò nell’impresa impossibile di riformare il comunismo. E seguendo cosí il filo rosso del suo disegno politico, dalla stagione del «compromesso storico» e dell’eurocomunismo fino a quella della «diversità», della «questione morale» e del pacifismo alla vigilia della morte. Silvio Pons conduce il lettore attraverso le vicende che videro l’ascesa e la sconfitta del PCI di Berlinguer, rivelandone aspetti sconosciuti e attingendo ad una ricchissima documentazione inedita, in un libro fondamentale per comprendere le radici ormai antiche di molte delle nostre attuali discussioni.
La personalità e l’azione di Enrico Berlinguer devono essere comprese alla luce del suo tentativo di riformare il comunismo e al tempo stesso di presidiare i confini dell’identità comunista. Egli investí parte essenziale della propria politica nell’esigenza di fornire una risposta al declino del comunismo: a questo asse furono correlate le strategie da lui seguite nelle diverse fasi storiche. La sua ambizione fu di realizzare un nuovo modello di socialismo all’Ovest, in grado di cambiare la cultura politica e i regimi all’Est. Tuttavia egli non seppe riconoscere che l’idea di una riforma del comunismo rappresentava sempre piú un’illusione e che la crisi del comunismo sovietico metteva in discussione radicalmente anche la tradizione e l’identità del PCI. Fu questo decisivo fallimento a conferire a Berlinguer il carattere di una figura tragica. Rendendo politicamente debole e contraddittoria la sua eredità, inadeguata a fronteggiare la crisi dello stesso comunismo italiano.