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Anni Settanta
È stato il decennio della partecipazione civile e delle riforme, ma anche quello delle vittime e dei carnefici. Oltre il silenzio e la nostalgia, l'esito di quegli anni è alla radice di un male italiano: la nostra condizione di democrazia in condominio tra partiti senza fiducia e cittadini senza rilevanza.
Il libro
Gli anni Settanta sono stati per gli italiani un passaggio epocale, all’incrocio di molte speranze e molte tempeste. Mentre emergevano nuove forme di cittadinanza e si manifestavano soggettività politiche autonome e originali, il paese tentava di superare i vincoli imposti della guerra fredda per affermarsi come matura democrazia dell’alternanza. Dinamiche di partecipazione e visioni di riforma parzialmente sconfitte, per un decennio che si chiudeva nella restaurazione e nella violenza.
Giovanni Moro ci riporta a quegli anni oltre la dietrologia e il revisionismo, forme gemelle di arroganza del pensiero, distinguendo tra storia, politica e vicenda giudiziaria. E restituendo a quella nostra stagione i tratti pieni e complessi della verità, sola misura di giustizia e unica condizione per una memoria non condivisa ma finalmente comune. Perché nessuno può saltare oltre la propria ombra, come scriveva Heidegger. E quell’esperienza ha forgiato la nostra identità nazionale in modo piú profondo di quanto non vogliano farci intendere i fautori del silenzio, della vergogna e della nostalgia.