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Lo Stato bizantino
Un libro impostato secondo gli standard della moderna storiografia, intellettualmente avvincente e che fornisce una descrizione sincronica, chiara ed efficace, delle linee evolutive dello Stato bizantino.
Il libro
Ancora oggi l’aggettivo «bizantino» viene applicato spregiativamente alle perversioni della politica e alle corruttele del Palazzo. Questo libro intende affrancare il bizantinismo dalla mistificazione e dal luogo comune, proponendosi di far emergere il senso del millenario esperimento di Bisanzio nella storia dell’idea di Stato. La basileia di Costantinopoli, superpotenza del Medioevo mediterraneo, fu uno Stato laico, amministrato secondo il diritto romano da un’élite multietnica, colta e cosmopolita. I documenti dell’esperienza statale di Bisanzio sono un inestimabile vademecum di cultura politica. E la lunga ombra di Bisanzio continua ad estendersi sulle vicende contemporanee. Le zone d’incandescenza e le faglie d’attrito del nuovo secolo, dai Balcani al Mar Nero, dal Caucaso al Kurdistan, appartengono, non a caso, al territorio che dall’impero multietnico della Seconda Roma passò a quello della Terza Roma, Mosca: all’impero zarista e poi sovietico. Mancava, nel panorama editoriale italiano, un libro impostato secondo gli standard della moderna storiografia, intellettualmente avvincente, ma compatto e funzionale alle esigenze di chi studia, e che fornisca anzitutto una descrizione sincronica, chiara ed efficace, delle linee evolutive dello Stato bizantino. A questa esigenza intende rispondere il libro di Silvia Ronchey, articolato in tre sezioni, l’ultima delle quali è dedicata all’influsso che le forme ideologiche e le funzioni organizzative del mondo bizantino hanno prodotto sui secoli successivi.