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Genesi della tarda antichità
Fare del passaggio dalla religione pagana a quella cristiana il nodo essenziale per comprendere la trasformazione del mondo tardoantico, da Marco Aurelio a Costantino, tralasciando le consuete speculazioni di storia politica e sociale: è questa la scommessa brillantemente lanciata da Peter Brown nel suo saggio, un testo esemplare di metodologia storica.
Il libro
Una concezione di vecchia data nella cultura occidentale manifesta la tendenza a presentare i nuovi tratti della religiosità del IV e della prima metà del V secolo come l’esito di una presunta crisi che nel III secolo avrebbe investito l’Impero romano a seguito di eventi negativi di portata eccezionale. In questo saggio, frutto di alcune conferenze tenute all’Università di Harvard e aggiornato da una introduzione piú recente, l’Autore prende le distanze da un simile modo di intendere i cambiamenti religiosi relativi alla tarda antichità. A suo parere, è all’interno del mondo romano della fine del II e del III secolo, nelle logiche di potere e negli «stili» delle relazioni sociali che lo caratterizzano, che vanno ricercate le premesse della nuova religiosità e piú in generale della nuova vita culturale e sociale che si affermeranno nei secoli successivi, e non in eventi traumatici o in nuove idee che avrebbero travolto questo mondo dal di fuori. Ed è proprio questa la novità del libro, che, affrontando in quest’ottica diverse aree dell’esperienza religiosa nel bacino del Mediterraneo nella tarda antichità e i vari modi di intendere «il sacro» durante due secoli, si propone come affascinante introduzione per chi voglia comprendere a fondo un’epoca cosí feconda di spunti che germoglieranno poi nel Medioevo.