Giulio Einaudi editore

Fuoco e fiamme

Storia e geografia dell'inferno
Fuoco e fiamme
Storia e geografia dell'inferno
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Un'accurata discesa all'inferno, un luogo in cui si sono condensate le paure dell'Occidente cristiano.

Esiste davvero l'inferno? Può sembrare una domanda fuori tempo massimo: eppure, per quasi due millenni questo interrogativo ha determinato la vita e le paure di intere generazioni. Fuoco e fiamme propone un viaggio, accurato e inedito, alla scoperta di un luogo a lungo ritenuto una realtà fisica e tangibile. Nella storia del cristianesimo, infatti, la sua esistenza come sito realmente individuabile è stata utilizzata per influire sui comportamenti collettivi e, per ciò stesso, fu strenuamente difesa dalle autorità religiose. Sotto terra, nelle profondità dei vulcani, sul sole o ai confini dell'universo: molti sono stati gli angoli del cosmo in cui lo si è posizionato, e in tutti i casi la trattazione si è indirizzata verso un inferno vero e mai metaforico. Perché il regno del male fu concepito in un certo modo? Cosa implicava, nella vita di ogni giorno, insistere sulla sua fisicità, e non relegarlo in una dimensione trascendente e immateriale? Infine, come ha fatto l'inferno a superare i cambiamenti filosofici, teologici e culturali delle varie epoche, restando parte integrante della dottrina cristiana? Fuoco e fiamme cerca di trovare risposta a tali quesiti, partendo dall'età moderna per arrivare ai dibattiti che, ancora oggi, agitano la società.

2024
Einaudi Storia
pp. XX - 276
€ 25,00
ISBN 9788806257408

Il libro

Con questo libro Matteo Al Kalak ripercorre la concezione dell’inferno come luogo fisico, nella sua dimensione spaziale, seguendo una narrazione che dura da millenni e si è fissata nelle strutture mentali ed emotive degli uomini. La prospettiva adottata è quella della storia culturale, che cerca di comporre fra loro ambiti e linguaggi diversi per restituire un quadro complesso, vario e articolato. Tale approccio, certamente fecondo, impone scelte di cui è necessario dare conto per orientarsi in una materia scivolosa. Il principale nodo da sciogliere è stato l’atteggiamento da assumere di fronte a un elemento che, nella tradizione presa a riferimento (il cristianesimo), è strutturalmente intrecciato al discorso sul regno oscuro: il male e la sua personificazione. È possibile distinguere l’analisi del luogo della dannazione dall’entità (individuale o fattuale) che la provoca? Nelle pagine del libro si è tentato di tenere separati, per quanto possibile, questi due elementi, isolando la trattazione sull’inferno dalla “biografia” del suo signore (secondo vari racconti, un angelo ribellatosi al suo creatore). Sia perché all’essere che incarna il male sono stati dedicati infiniti studi; sia perché distinguere peccato e punizione, crimine e condanna, consente di mettere l’accento su aspetti differenti che, nel tempo, ebbero vite autonome seppure legate.

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