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Vizio di forma
I miei racconti sono un omaggio postumo ad alcuni autori che ho amato nell'adolescenza e dopo: Verne, Wells, lo Swift di Gulliver, Butler e altri...
Con Vizio di forma Levi non ambisce alla profezia, perché dei profeti diffida. Se insiste sugli anni '70 appena cominciati è perché intende limitarsi a una cronaca virtuale anticipatrice. Anche per questo colloca il nuovo libro in continuità con i precedenti; non solo con Storie naturali, che è già un'opera d'invenzione e che tiene a rivendicare implicitamente a sé dopo averla pubblicata sotto falso nome. Levi si spinge oltre, affermando che Vizio di forma prolunga il percorso di tutte le opere venute prima: anche di Se questo è un uomo, anche della Tregua.
dalla prefazione di Domenico Scarpa
Il libro
Vizio di forma è la seconda raccolta di racconti fanta-tecnologici e fanta-biologici di Primo Levi. Uscita nel 1971, a cinque anni dalle Storie naturali, è un’opera non solo ecologica ma ecosistemica. Chimico dagli interessi enciclopedici, con una particolare passione per la natura, gli animali, i linguaggi, il piacere della sperimentazione e della ricerca, Levi esplora le infinite possibilità combinatorie che la materia consente, ma non dimentica di cogliere le anomalie, le sfasature, i «vizi di forma» in cui si annida il germe di catastrofi piccole e grandi. La sua vena di narratore non è tuttavia apocalittica o disperata: al contrario, è mossa da una divertita curiosità per l’uomo. Le invenzioni della scienza e della tecnica aprono all’eterno gioco della commedia umana possibilità paradossali, assurde o esilaranti, che Levi narra con ironia e con fermezza di giudizio morale. Un libro che è l’ennesima conferma di quanto Primo Levi, oltre che un imprescindibile testimone, sia anche un grande scrittore.