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Menti criminali
JAMES ELLROY, JACK WEBB, ALBERT BOROWITZ,
JOHN G. DUNNE, ALEC WILKINSON, DAN P. LEE, DAVID GRANN
Dalle trentatre vittime di John Wayne Gacy alla Dalia Nera, da uno scrittore che commette l'omicidio
pianificato in un suo romanzo all'antropofago della porta accanto, dal cadavere che scuote la comunità di appassionati di Sherlock Holmes a una moderna Medea: che siano «delitti del secolo» o episodi
curiosi, in pochi altri generi come nel racconto
del crimine la realtà supera sempre la fantasia.
Nove storie vere, nove omicidi raccontati dalle più importanti firme del giornalismo d'inchiesta
americano, nove indagini che hanno ridefinito
il nostro immaginario sul male.
Il libro
Alec Wilkinson, in Conversazioni con un killer, scrive che John Wayne Gacy «ha occultato così spesso la complessità del suo carattere che le persone sono costrette a immaginare la parte di lui che ha commesso gli omicidi». Gacy è ricordato come il più efferato serial killer della storia americana: con le sue trentatre vittime e la doppia vita in cui lavorava come clown alle feste per bambini, ha ispirato decine di personaggi letterari e cinematografici, e terrorizzato generazioni. Wilkinson fu l’unico rappresentante della stampa con cui Gacy decise di parlare: nasce così uno dei più celebrati reportage del giornalismo d’inchiesta americano, una disturbante esplorazione delle stanze e dei corridoi di quella casa stregata che è una mente criminale. La necessità di conoscere la «parte di lui che ha commesso gli omicidi» non è la soddisfazione di una curiosità, magari morbosa, ma l’esigenza di guardare in faccia le paure e le tensioni che attraversano il corpo sociale, di placarne in qualche modo i fantasmi. Nella tradizione statunitense, l’inchiesta su un omicidio o il profilo di un assassino sono tra le forme più alte di giornalismo, in cui la cronaca cede il passo all’approfondimento psicologico, al ritratto sociale e, sempre, alla riflessione etica. A volte, come nei nove testi raccolti in Menti criminali, ci si inoltra in profondità così oscure e terribili, che il racconto, pur non rinunciando all’oggettività più rigorosa, invoca gli strumenti della letteratura nel tentativo di fare luce in un abisso in cui altrimenti è facile perdersi. Non è un caso, quindi, che spesso siano stati degli scrittori a misurarsi con questo genere, o che a esempi di «true crime» sia stato riconosciuto un valore letterario. Quelli di Menti criminali sono casi tanto celebri da aver ridefinito il nostro immaginario sul male: «tornare sul luogo del delitto» e leggere, per la prima volta in italiano, le storie originali che hanno generato degli ambigui miti collettivi può condurre alle scoperte più sorprendenti.
*** «Nessun autore di romanzo giallo riuscirebbe mai a concepire storie del genere». Corrado Augias