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Le occasioni
Il libro
Il ‘colophon’ delle Occasioni porta la data, di per sé eloquente, del 14 ottobre 1939. Il secondo libro montaliano, pubblicato da Einaudi a Torino (come il primo, Ossi di seppia, da Gobetti nel ’25), usciva poco più di un mese dopo l’invasione nazista della Polonia e la dichiarazione di guerra alla Germania di Francia e Inghilterra. Se nella primavera del 1915 la miglior gioventù mandata a combattere per Trento e Trieste era partita mettendo nello zaino le poesie di Carducci, quella spedita dall’Italia fascista sui vari fronti della nuova guerra si trovò a portare con sé quel libro di versi, che, nella sua visione aspra, problematica della vita, dava voce anche al silenzioso rifiuto di tutte le false certezze di un’epoca menzoniera. Si comprende, quindi, come le Occasioni siano il libro più radicato nel sentimento di quelle generazioni tragicamente travolte dalla bufera della storia. E anche il più amato. Nonostante una certa oscurità, ostica a un’intelligenza immediata, la parola di Montale esprimeva, insieme, un assoluto disincanto e uno strenuo ardore; non prospettava una posizione di resa incondizionata alle così dette forze del male, bensì un’inesausta ricerca di ogni minimo barlume di luce che desse forza al vivere.