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Le confessioni
Non è un'autobiografia, non è un trattato filosofico, non si tratta di pura teologia, né di sola mistica: eppure, dopo la Bibbia, le Confessioni di Agostino si possono considerare il libro piú letto, commentato, amato e odiato dal V secolo ai giorni nostri.
Il libro
Il nuovo commento di Maria Bettetini offre al lettore alcune chiavi di lettura storiche e culturali per comprendere pienamente il testo, proposto nella classica traduzione di Carlo Carena lievemente rivisitata. Ne illustra quindi gli antecedenti e il contesto di espressioni, stile, terminologia. Secondo le piú avanzate ipotesi degli studiosi agostiniani, le Confessioni vengono lette come una magistrale sceneggiatura, in cui il deuteragonista, Dio, risponde esclusivamente attraverso le innumerevoli citazioni bibliche mentre Agostino sostiene da solo la fatica della scena. Il suo intento era quello d’indicare come exempla alcuni eventi autobiografici perche l’ascoltatore facesse proprio uno stile di vita piuttosto che una dottrina (non va dimenticato che nel V secolo i libri venivano letti ad alta voce e spesso in gruppo). L’opera risulta quindi un testo drammaturgico, al cui interno il lettore potrà leggere il percorso di un Bildungsroman, intercalato da grandiose digressioni (sul tempo, sulla memoria, sulla relatività delle leggi umane, sul ruolo della retorica). La curatrice sottolinea poi i grandi temi che hanno influenzato la storia del pensiero – si pensi a Tommaso, Lutero o Heidegger – in un commento che, senza eccessiva pesantezza, si distingue per l’attenzione agli spunti filosofici.