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L’altro e l’altrove
«L'immaginario, ci sembra, rimane nondimeno uno
snodo centrale da indagare negli studi sul turismo. La
natura dinamica degli immaginari antropologici e geografici
legati all'altro e all'altrove, unitamente alla costante
opera di contrattazione sociale che ne media le
apparizioni e ne determina i successi, invita a proseguire
le analisi in materia. La storia della società occidentale
"ha trasfigurato la realtà, proiettandola nelle lontananze
incantate dell'immaginazione, sino a farla coagulare in
una figurazione spaziale o temporale: la natura vergine, la storia passata, il monumento, il folclore" [Enzensberger, 1998, p. 35] Proprio a questo fine, indagare "le lontananze
incantate dell'immaginazione", si rivolgono le
pagine che seguono».
Marco Aime, Davide Papotti, L'altro e l'altrove. Antropologia, geografia e turismo
Il libro
Mai come negli ultimi decenni il turismo è diventata un’attività che si nutre di immagini e di immaginari. Viviamo in una società fortemente mediatizzata, che produce un’enorme quantità di immagini finalizzate alla conoscenza e al consumo di luoghi e persone, che diventano patrimonio condiviso delle varie «comunità» turistiche e si trasformano via via in una sorta di icone.
Partendo da approcci disciplinari diversi ma convergenti, come quello dell’antropologia culturale e della geografia, Marco Aime e Davide Papotti, basandosi su un percorso teorico supportato dall’analisi di casi esemplari, mettono in luce alcuni dei meccanismi che portano alla costruzione degli immaginari relativi a luoghi, spazi, eventi e dimensioni di vita esotiche.
Immagini e immaginari che condizionano fin da prima della partenza ogni forma di incontro con la diversità, sia essa di carattere naturalistico- ambientale, sia invece di tipo etnico-culturale, e che determinano il nostro rapporto con l’altro e con l’altrove, perpetuandosi e riproducendosi in una sorta di circolo autoreferenziale.