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La violenza, la crociata, il lutto
Una rilettura critica di quell'evento enigmatico che risponde al nome di Grande Guerra, l'autentico punto di non ritorno nella storia del nostro tempo.
Il libro
Frutto di quello straordinario laboratorio storiografico internazionale che è l’Historial de la Grande Guerre di Péronne (Somme), questo libro rilegge criticamente quell’evento enigmatico che risponde al nome di Grande Guerra, l’autentico punto di non ritorno nella storia del nostro tempo, il trauma che demolisce le interpretazioni ottimistiche sul processo di civilizzazione, la lacerazione senza la quale gli stessi totalitarismi del secolo XX non si possono comprendere appieno. Gli autori polemizzano contro una visione sterilizzata della storia, incapace di affrontare quanto in essa vi è di più inaccettabile. In questo caso, furono soprattutto la densità della morte nello spazio e nel tempo e le forme seriali della sua produzione ad apparire destabilizzanti. Ciò dipese dalla smisurata potenza dei mezzi distruttivi e di quelli produttivi che fecero da supporto allo scontro, cambiando il corso della guerra e anche della morte. Di questo grande macello, le masse europee non furono solo vittime, ma anche attrici, contagiate da sentimenti identitari fondati sulla contrapposizione amico-nemico, esposte alla forza di violente emozioni, profondamente coinvolte dallo spirito di crociata. Non si apprezza appieno la gravità del disastro se non si concentra l’attenzione sulla forza di trascinamento delle idee da cui prese le mosse. Il peso del rifiuto non riuscì a soverchiare quello dei consensi. Gli effetti velenosi della lunga contrapposizione e dell’interiorizzazione dell’odio, di una violenza debordante esercitata contro i civili e degenerata in forme di brutalità gratuita e genocidio ebbero il tempo di depositarsi, aprendo una delle stagioni più buie della moderna storia europea.