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La conservazione metodica del dolore
La luce crudele del giorno
in cui l'innocenza
fu perduta per sempre.
Con la sua voce limpida e trasognata
uno strambo cantastorie si aggira per Viadana,
il paese dove il passato sembra smarrito,
e ne risveglia la memoria.
Il romanzo d'esordio di Ivano Porpora.
Il libro
A causa di un attacco epilettico che risale al dicembre del ’79 Benito, fotografo quarantacinquenne, ha rimosso un decennio della sua esistenza. Ma un giorno il volto di Margherita affiora dolorosamente dall’oblio e lo costringe a ricordare. A cercare il senso di Omissis, la raccolta di foto senza nesso apparente che Benito ha proposto per la mostra piú importante della sua carriera. Ad affrontare il fantasma delle donne che non ha saputo amare, e anche sua moglie Angela, che gli chiede di essere un uomo migliore. A salvare sua figlia da una fatale eredità. Per riemergere dal nero di china in cui è sprofondato con l’illusione di proteggersi dal proprio male, Benito ci si deve tuffare ancora una volta. Ogni foto di Omissis scatena un ricordo. Ogni ricordo ha il volto, la voce di un mondo vitale e scomparso. Ma anche l’afa di un pomeriggio in riva al fiume, in cui l’infanzia fu inghiottita dal dolore.
***
«L’eterna lotta del bene e del male sta in questo romanzo: dove il bene è il dolore che grida, sbatte, s’impossessa del corpo, e da nascosto che era si fa malattia visibile, afferrabile; e il male è il tentativo di respingere il dolore nella dimenticanza, renderlo invisibile e inafferrabile».
Giulio Mozzi