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I territori del lupo
Un fuoco di artificio di avventure, che negli anni Venti e Trenta del secolo scorso conducono tre fratelli in giro per l'America, fra storie di gangster, melodrammi e film hollywoodiani. Scritto in gran parte a Parigi nell'estate del 1969, I territori del lupo è un pastiche appassionante e pieno di inventiva, un ironico omaggio agli anni d'oro della narrativa e del cinema americano. La sua pubblicazione nel 1971 segnò l'esordio di Marías e, con lui, di una nuova generazione di scrittori spagnoli.
Il libro
I Taeger vivono a Pittsburgh, Pennsylvania, e sono una famiglia molto in vista: una volta al mese la loro ampia magione accoglie la migliore società. Ciascuno nel suo ambito, i quattro figli sembrano avviati verso brillanti carriere. Nel novembre del 1922, tuttavia, zia Mansfield, sorella della signora Taeger, durante un ricevimento, all’improvviso e per cause inspiegabili muore. E con la sua morte ha inizio anche la disgregazione della famiglia: Elaine, la figlia, si suicida per un amore infelice, nonno Rudolph commette un omicidio, la signora Taeger scappa con un altro uomo e Davison, il marito, si trasferisce a Saint Louis. Solo di Milton, Edward e Arthur, i tre figli maschi, a Pittsburgh si sentirà ancora parlare, perché tutti loro, in un modo o nell’altro, godranno ben presto di grande notorietà.
La fulminea disgregazione della famiglia Taeger, dà il via a un vero e proprio fuoco d’artificio di avventure che dagli anni Venti e Trenta ci conducono alla seconda metà del XX secolo e poi di nuovo indietro verso la Guerra di Secessione, con set sempre nuovi – Chicago, Los Angeles, New York, la provincia americana – con personaggi e trame che fanno una loro prima comparsa, poi svaniscono e infine riemergono. Fra questi, spiccano i tre fratelli, gangster l’uno, disperato uxoricida l’altro, divo hollywoodiano il terzo: ciascuno di loro ha raggiunto la fama, ma nessuno riuscirà a sfuggire alla maledizione che la scandalosa dipartita di zia Mansfield ha attirato sui Taeger.
Opera prima di un autore diciassettenne, I territori del lupo, è un romanzo che attraversa una grande varietà di generi letterari e che non fa nulla per nascondere i propri debiti verso culture che all’epoca, in piena era franchista, erano ancora considerate minori, in primo luogo quella cinematografica e della musica di intrattenimento.