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Han Feizi
Questa edizione dello Han Feizi, la prima in Italia, presenta la traduzione di 29 capitoli sui 55 dell'intera opera. Uno Han Feizi essenziale che permette di attraversare tutti gli snodi principali del pensiero di questo filosofo, tra i piú importanti del mondo cinese nonostante la crudeltà e la negazione di qualsiasi concetto di benevolenza o tolleranza possano risultare imbarazzanti oggi e siano risultate sgradevoli anche in passato, nella stessa Cina.
Il libro
Han Feizi è il nome della raccolta degli scritti attribuiti a Han Fei, filosofo e teorico politico cinese vissuto nel III secolo a.C., alla fine del periodo degli Stati Combattenti. Pensatore in contrasto con la tradizione confuciana, Han Fei propugna l’idea di un impero unitario retto da un sovrano assoluto, forte e spietato. I suoi trattati prendono le mosse da un profondo scetticismo sulla natura umana, che va corretta e guidata da un rigidissimo sistema di ricompense e punizioni. Letto e portato a esempio dai grandi dittatori della storia dell’impero, Han Fei è stato studiato, palesemente o segretamente, dai politici cinesi di ogni epoca e rimane imprescindibile per capire la storia della Cina.
Nella lingua degli Stati Combattenti sono stati usati diversi termini per esprimere l’idea di potere, e Han Fei li ha impiegati tutti: wei «potere», zhi «dirigere», quan «bilancia», shi «posizione di autorità», zhong «avere peso», ecc. I caratteri che traducono la nozione di «potere» sono tanti e appartengono a campi lessicali e a categorie grammaticali talmente diversi che, a differenza delle lingue occidentali, è impossibile definire questa nozione al di fuori dei vari contesti in cui viene utilizzata. (…) L’idea stessa del potere non può essere contenuta in un solo termine, ridotta a una frase o a un carattere. Essere senza forma, senza manifestazioni, è anche l’unico modo per essere ovunque: «Un sovrano illuminato usa ogni cosa sotto il cielo come se fossero i suoi occhi e le sue orecchie, e in questo modo la sua luce risplende fino ai limiti dell’impero, anche se vive confinato nelle stanze del suo palazzo. Nulla sfugge al suo sguardo penetrante e nessuno lo inganna». Il sovrano di Han Fei è onnipotente, è assimilato all’intraducibile dao, nascosto, confinato nelle stanze del suo palazzo, ma sotto gli occhi di tutti poiché i suoi sudditi sono i suoi occhi. Non possiede il dono dell’ubiquità e non gli sarebbe di alcuna utilità, sente tutto quello che si dice, i suoi sudditi sono le sue orecchie.
dalla postfazione di Giulia Kado