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Sempre verdi
Un'opera che interesserà tutti coloro che hanno a cuore e vogliono approfondire
il destino climatico e ambientale del nostro pianeta, e della vita stessa.
«Cinque grandi foreste - Amazzonia, Congo, Nuova Guinea e due taighe -
che contengono carbonio, svariate forme di vita e il destino del pianeta.
Un libro fondamentale, ricco di spunti originali, brillante, istruttivo. Un
libro che entusiasma».
David Quammen, autore di Spillover
Il libro
Sulla Terra rimangono cinque grandi foreste: l’Amazzonia, la Taiga russa e la foresta boreale nordamericana, le megaforeste del Congo e della Nuova Guinea. Questi vasti territori boschivi sono ecosistemi unici e ricchissimi, anche dal punto di vista antropologico (vi si parla un quarto delle 7000 lingue viventi del pianeta). Ma soprattutto costituiscono un’indispensabile «spugna» in grado di assorbire, neutralizzandole, le micidiali emissioni di anidride carbonica. La tutela di queste sconfinate aree verdi, delle loro dimensioni e della loro varietà biologica, è nettamente piú decisiva, rispetto a tutti i provvedimenti (certo encomiabili e utili, ma non altrettanto efficaci ed economici) che individui e comunità possono mettere in atto per ridurre le emissioni stesse. Insomma, se inquinare è inevitabile, è di vitale importanza che i nostri «polmoni verdi» siano conservati in buona salute. Con questo libro avventuroso e militante, scritto in una splendida prosa che celebra la maestosità di queste antiche foreste insieme alle persone e agli animali che ancora le abitano, l’economista John W. Reid e il celebre biologo Thomas E. Lovejoy ci accompagnano in un emozionante viaggio globale nella biodiversità.
«Preservare grandi quantità di carbonio nelle foreste intatte costa poco, perché sono terre remote e il processo è semplice. Trattenere il carbonio nelle foreste tropicali costa un quinto rispetto alle spese per la riduzione delle emissioni del settore energetico e industriale statunitense o europeo. Ed è almeno sette volte piú conveniente che far ricrescere le foreste dopo averle abbattute. Sorprende che questa opportunità sia tuttora sottovalutata e passi sotto silenzio in quasi tutti i piani climatici nazionali».