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Il canto degli alberi
Sebbene le azioni degli uomini stiano sempre piú recidendo le reti biologiche del pianeta, gli alberi, grandi connettori naturali, ci insegnano ad abitare in relazione con ciò che è la fonte, la sostanza e la profonda bellezza della vita stessa.
Il libro
David George Haskell rivolge le sue straordinarie capacità di osservazione a una dozzina di alberi in giro per il mondo, per dimostrare come la storia, l’ecologia e il benessere dell’umanità siano strettamente intrecciati con la vita delle piante. Che si trovi immerso nel fitto fogliame di una foresta dell’Amazzonia, all’ombra di un pero cinese a Manhattan o di un ulivo di Gerusalemme, Haskell è sempre in grado di entrare mirabilmente in contatto con la complessa energia vibrante di interi ecosistemi. Allertati, i suoi sensi s’affinano: non vi è poro di foglia, granello di polline, molecola atmosferica, riverbero di un canto d’uccello o ritmico crepitare di pioggia che sfugga all’acume del suo sguardo e alla finezza del suo udito. E il lettore, rapito dalla lirica sensibilità della sua prosa, ammira e ascolta bellezze e paesaggi altrimenti inimmaginabili. Un albero del corallo ci fa comprendere il ricco tumulto ecologico della foresta tropicale minacciata dai giacimenti petroliferi. A migliaia di chilometri di distanza, le radici di un abete balsamico del Canada sopravvivono in terreni poveri solo con l’aiuto di funghi e una rete di connessioni di quasi due miliardi di anni. In Giappone, la ricerca del luogo d’origine del pino bianco rende lampanti inaspettate parentele tra le piante dell’Asia orientale e quelle dei monti Appalachi. Le sequoie pietrificate nelle Montagne Rocciose raccontano come il clima della Terra si sia sviluppato attraverso gli scambi tra alberi, comunità dei viventi e atmosfera.
«Per i greci di Omero, kleos, la fama, era fatta di canti. Le vibrazioni nell’aria racchiudevano la misura e la memoria della vita di ognuno. Ascoltare, dunque, significava apprendere ciò che è durevole.
Ho prestato orecchio agli alberi, in cerca del kleos ecologico. Non ho trovato eroi, singoli individui intorno a cui intrecciare la storia, bensí ricordi vivi di alberi, raccontati dai loro canti che parlano di una vita comunitaria, di una rete di relazioni. Noi esseri umani partecipiamo a questa conversazione, come parenti di sangue, membri incarnati di questa comunità. Ascoltare, dunque, equivale a sentire le nostre voci e quelle della nostra famiglia.
Ogni capitolo di questo libro è dedicato al canto di un particolare albero: la fisicità del suono, le storie che danno vita a tale suono, e le nostre reazioni emotive, fisiche e mentali. Gran parte di questo canto si svolge al di sotto della superficie acustica. Ascoltare, dunque, significa appoggiare uno stetoscopio sull’epidermide di un paesaggio, e sentire cosa si agita lí sotto».