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L’eleganza della verità
Partendo dagli scribi dell'antica Babilonia e giungendo sino ai fisici del XXI secolo, L'eleganza della verità racconta la storia di come i matematici si siano imbattuti nel concetto di simmetria e abbiano cercato di dare un senso all'apparente relazione che lega l'intero universo all'eleganza stessa delle leggi matematiche.
Il libro
I matematici non sono astrazioni: sono uomini in carne e ossa, con i loro problemi, i loro amori piú o meno corrisposti, le loro ambizioni, le frustrazioni, talvolta le pazzie. Anche il risultato del loro lavoro non è semplicemente una formula astrusa e di poca utilità, ma la soluzione (o la dimostrazione dell’impossibilità di una soluzione!) di un determinato problema, perseguito in genere per motivi contingenti molto solidi. Avviene spesso, tuttavia, che i risultati della matematica trovino utilizzi inaspettati in campi molto distanti da quelli di partenza. Uno di questi casi è la «teoria dei gruppi», la cui formulazione si deve al genio tormentato di Évariste Galois, uno sfortunato giovane rivoluzionario francese, morto a ventun anni in un duello, all’alba, a causa di una donna che con ogni probabilità neppure amava. Gli appunti lasciati nella notte precedente il duello rappresentano l’inizio di una nuova formulazione del concetto stesso di simmetria, le cui conseguenze condizionano enormemente il nostro modo di vedere il mondo.
Partendo dagli scribi dell’antica Babilonia e giungendo sino ai fisici del XXI secolo, L’eleganza della verità racconta la storia di come i matematici si siano imbattuti nel concetto di simmetria e abbiano cercato di dare un senso all’apparente relazione che lega l’intero universo all’eleganza stessa delle leggi matematiche. La corrispondenza tra le idee matematiche e il mondo fisico – la simmetria tra il nostro senso estetico e i piú profondi concetti algebrici -, è un mistero affascinante, che si dipana lentamente nelle pagine di questo libro. Forse nessuno sa dire perché la bellezza sia verità e la verità bellezza, ma di sicuro Ian Stewart ci mostra, con grande maestria, l’infinita complessità della loro relazione.
«Nel corso della storia, la matematica si è arricchita grazie a due fonti principali. Una è il mondo naturale, l’altra è l’astrazione del pensiero logico. Sono queste due basi che, agendo insieme, dànno alla disciplina il suo potere di fornirci informazioni sull’universo. Dirac l’aveva capito benissimo: “Il matematico è impegnato in un gioco di cui si scrive da solo le regole, mentre il fisico gioca con le regole fornite dalla natura. Ma con il passare del tempo appare sempre piú evidente che le regole che un matematico trova interessanti sono proprio le stesse scelte dalla natura”. La scienza pura e quella applicata si completano a vicenda; non sono due poli separati, ma gli estremi di uno spettro continuo di pensiero.
La storia della simmetria dimostra che anche una risposta negativa a una domanda sensata può portare a teorie matematiche fondamentali. L’importante è capire perché la risposta è quella».