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La fatica di essere se stessi
Negli anni Quaranta la depressione non era che una sindrome associata a molte malattie mentali. Negli anni Settanta la psichiatria dimostrò che si trattava del disturbo mentale piú diffuso nel mondo. In anni piú recenti essa ha raggiunto una diffusione tale che la si ritiene responsabile della maggior parte delle difficoltà che incontriamo nella vita quotidiana: stanchezza, inibizione, insonnia, ansia, sarebbero tutte causate da questa «malattia». Perché la depressione ha un tale «successo»? Perché si è imposta come il principale disturbo della nostra interiorità? E in che misura ci rivela i mutamenti dell'individualità alla fine del xx secolo?
Il libro
La fatica di essere se stessi cerca una risposta a queste domande. Incrociando le problematiche del sapere medico con l’analisi degli stili di vita, Ehrenberg suggerisce che la depressione è intrinseca, strettamente legata a una società come quella contemporanea, dove le norme della convivenza civile non sono piú fondate sui concetti di colpevolezza e disciplina, ma sulla responsabilità e sullo spirito d’iniziativa. In un contesto in cui l’individuo è schiacciato dalla necessità di mostrarsi sempre all’altezza, la depressione non è che la contropartita delle grandi riserve di energia che ciascuno di noi deve spendere per diventare se stesso. Combinando efficacemente il metodo di indagine sociologica con una profonda conoscenza dell’evoluzione della psicoanalisi e della psichiatria, nonché della storia della ricerca farmacologica, Ehrenberg ha scritto un libro autorevole, anticonformista e provocatorio.