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Fare i versi
Nicolò Porcelluzzi ha scritto un bolide indefinibile in cui memoir e poesia, televisione trash e pensiero dell'Antropocene, Gadda e Meneghello, infanzia e futuro, sono gli elementi di una spiazzante riflessione sul nostro modo di pensare e parlare della natura, di nascite e di estinzioni.
Il libro
L’umano è l’animale che fa i versi. Versi diversi: gemiti di piacere, grugniti di rabbia, sbuffi di noia, ma anche i versi con cui canta la frattura tra mondo e soggetto; ma anche i versi infantili, di quando siamo parlati da una vita pre-umana, la vita di tutte le cose; ma anche i versi del dialetto e del lessico famigliare, incomprensibili a chi li ascolta fuori da quell’irripetibile cerchio di affetti. I versi sono il tentativo dell’animale umano di catturare la meraviglia del finito e dell’infinito.