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Simboli al potere
«Norme e potere non si fondano da sé (...), hanno bisogno, a loro volta, d'un fondamento. La simbologia politica ci offre una possibile risposta, una risposta che guarda avanti (...). Possiamo dire, infatti, che viviamo in società perché ci siamo impegnati a farlo con un patto, o perché un dio ce l'ha imposto, oppure perché la storia da cui proveniamo ci ha plasmato così come siamo. Ma possiamo dire anche che, nel nostro vivere in società, riponiamo una speranza di cose future per le quali vale la pena di cooperare, cioè di rinunciare alle nostre istanze immediate e puramente egoistiche».
Gustavo Zagrebelsky, Simboli al potere
Il libro
C’è un tema negletto gonfiato dalla retorica e sottovalutato nella pratica: i simboli politici. Se tutta la realtà fosse scoperta davanti ai nostri occhi, non avremmo bisogno di loro. I simboli, quelli della politica in particolare, servono invece per accedere al mondo, reale ma astratto, dei rapporti tra noi anche in assenza di contatti concreti e perfino in assenza di una conoscenza diretta. Proprio perché la vita collettiva è fatta in larga parte di relazioni impersonali inadatte ad essere descritte come se fossero tangibili, abbiamo bisogno della simbolica politica. Per interpretare, specie nella grande trasformazione in corso, bisogni e aspirazioni, attrarre forze, produrre concretamente fiducia in vista di un futuro che non sia semplice ripetizione del presente.