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Sessantotto
«La generazione del 1968 ha finito per passare attraverso due diverse esperienze utopiche. La prima è stata l'esperienza di sinistra della gioventú, la seconda quella liberale della maturità negli anni successivi al 1989».
Il libro
Quella del 1968 fu una storia di creatività e ribellione. Ma soprattutto una grande storia di libertà, i cui semi sarebbero germogliati per tutti i decenni successivi. Fino a ritrovarsi nella rivolta contro i regimi dispotici del socialismo reale e nella reazione liberale alle nuove forme di terrore della pulizia etnica e del fondamentalismo islamico. Muovendo dai grandi sommovimenti della sinistra europea e statunitense, l’acume liberal e progressista di Paul Berman ci conduce in uno straordinario viaggio di idee da Washington a Roma, da Praga a Parigi, dagli anni Sessanta all’inizio di questo nuovo secolo. E muovendosi tra le Pantere Nere e i Quaderni Rossi, tra Frank Zappa e Václav Havel, restituisce al lettore le atmosfere di una stagione irripetibile e i molti fili che ancora la legano al nostro presente.
Rivolte studentesche, scontri con la polizia, ribellioni della sessualità, esplosioni di femminismo e di consapevolezza gay, fiamme di passione ecologica, forme alternative di cultura, cibo, vestiario, ballo¿ E una grande risacca di analisi e autocritica che avrebbe travolto i ribelli. Tutto questo fu il Sessantotto, tra Europa e America. E tutto questo fu il lascito di una stagione che avrebbe definito un prima e un dopo nella nostra storia collettiva, fermandosi nella nostra memoria come l’immagine piú classica della gioiosa e drammatica utopia novecentesca.