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La dottrina pura del diritto
Il libro che ha influenzato tutto il mondo giuridico a partire dal 1934, l'opera di teoria giuridica più rilevante del XX secolo e, ancora oggi, uno dei punti di riferimento imprescindibili per la riflessione filosofico-giuridica.
Il libro
La «dottrina pura del diritto» è una teoria generale del diritto positivo, cioè del diritto cosí come è statuito dal legislatore, e non come dovrebbe essere secondo concezioni sociologiche, etiche o politiche: è cioè una teoria del diritto depurata da elementi esterni e applicabile a qualunque singolo diritto positivo. La sua prima e sintetica formulazione risale agli anni Trenta, allorché le dittature europee obbligarono Hans Kelsen all’esilio. Nel corso dei decenni Kelsen andò arricchendo il suo disegno teorico-giuridico, che avrebbe trovato compimento nel 1960 con la pubblicazione di questo volume, con ogni probabilità l’opera di filosofia del diritto piú influente del Novecento. Dopo avere tracciato i confini del diritto rispetto alla natura e alla morale, il testo di Kelsen indica le linee direttrici della scienza del diritto, distinguendo il principio di causalità (proprio della natura) da quello di imputazione (proprio del diritto). Nella ‘statica del diritto’ il giurista austriaco analizza la struttura della norma giuridica, mentre nella ‘dinamica del diritto’ spiega in che modo le singole norme siano valide in quanto conformi alle norme del livello gerarchicamente superiore: esse sono cosí organizzate in un ‘ordinamento piramidale’ (Stufenbau), per cosí dire il marchio di fabbrica della teoria kelseniana. Infine Kelsen dedica due capitoli al legame tra il diritto e lo Stato e conclude la sua teoria generale del diritto positivo analizzando il problema dell’interpretazione delle norme giuridiche.