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Il narcisismo
Gli scritti che compongono Il narcisismo di Béla Grunberger, pur nella disparità dei tempi e delle circostanze in cui vennero prodotti, sono il risultato di una ricerca clinica e teorica di esemplare unità. In essi si dipana quella grande e complessa tematica del narcisismo, che si è rivelata occupare un posto centrale nella pratica psicoanalitica e nella concettualizzazione metapsicologica.
Il libro
Il narcisismo di Bela Grunberger va ormai considerato uno dei testi classici della psicoanalisi postfreudiana. Il libro, pur essendo costituito da saggi scritti nell’arco di una quindicina d’anni (1955-70) per la «Revue francaise de Psychanalyse», raccoglie i risultati di una ricerca clinica e teorica di esemplare unità, nella quale si dipana, arrivando a esiti di grande suggestione, quella complessa tematica del narcisismo che occupa un posto centrale non solo nella teoria e nella pratica psicoanalitica, ma anche nella storia e nella critica della cultura. In termini assai originali e provocatori, che la psicoanalisi utilizza per gettare ponti su tutta la storia della civiltà, Grunberger connette questa fase di sviluppo individuale alla profonda aspirazione umana all’unità e alla pienezza, al sogno di una beatitudine senza bisogni, di un’istintualità totale propri dell’esperienza originaria della condizione prenatale, precedente alla «caduta» nel mondo, alla nascita della coscienza e alla scoperta del linguaggio, e capaci di esercitare per tutta la vita un irresistibile richiamo nostalgico. Ma come insegnano il mito, il folclore e la letteratura stessa, gremiti di luoghi paradisiaci, sotto la megalomania e l’illusionismo narcisistici si celano frustrazione e sconfitta, derivanti dal rifiuto di un confronto concreto con il reale.