-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Persona e psicosi
Un classico del pensiero psiconanalitico e psicopatologico, in una versione aggiornata che tiene conto della nuova edizione francese e con i contributi critici di Aldo Giorgio Gargani e Pietro Bria.
Il libro
A quasi trent’anni dalla prima edizione, Persona e psicosi di Salomon Resnik, qui presentato in una versione aggiornata che tiene conto della nuova edizione francese ed accompagnato da due contributi critici di Aldo Giorgio Gargani e Pietro Bria, va ormai considerato un classico del pensiero psicoanalitico e psicopatologico, che ha contribuito a formare un’intera generazione di psichiatri e psicoanalisti riscuotendo al tempo stesso l’apprezzamento dei filosofi e degli uomini di cultura. Lungo le linee tracciate dalla scuola postkleiniana, in Persona e psicosi l’autore emancipa lo statuto della metapsicologia dai tentativi di asservirla ai paradigmi riduzionistici del fisicalismo e del cognitivismo, restituendo la psicoanalisi all’esperienza di una realtà che viene al tempo stesso scoperta e inventata, ossia che viene formata e individuata attraverso la pratica discorsiva e comunicativa, l’attenzione e l’ascolto. Punto di partenza del “programma fenomenologico” di Resnik è la riaffermazione dd concetto di persona, con cui l’autore recupera l’unità e la totalità dell’esperienza individuale anche quando quest’ultima appare scissa e frammentata come nella psicosi. “La nozione di persona – dice Resnik – è una relazione con il processo attraverso il quale l’individuo prende coscienza della propria esistenza, sempre in rapporto all’esistenza di un altro”. Di tale realtà Resnik segue le vicissitudini e le inevitabili declinazioni conflittuali in quel processo che, mutuando il termine da Winnicott, egli chiama personalizzazione, indagandone poi i livelli di dissoluzione o dis-personalizzazione psicotica. Ed è a contatto con il corpo che per Resnik, in linea con gli sviluppi bioniani della psicoanalisi, cominciano a dispiegarsi le prime vicissitudini del pensare, che è essenzialmente alle sue origini un sentire e un apprendere dall’esperienza emotiva che si diparte dal corpo. Saranno cosí essenzialmente corporee le metafore con le quali l’autore si avventura nel mondo del paziente psicotico creando una vera e propria “meteorologia” del corpo che si muove parallela agli sconvolgimenti cataclismatici della mente.