Giulio Einaudi editore

Perché la Palestina è perduta ma Israele non ha vinto

Storia di un conflitto (XIX-XXI secolo)
Copertina del libro Perché la Palestina è perduta ma Israele non ha vinto di Jean-Pierre Filiu
Perché la Palestina è perduta ma Israele non ha vinto
Storia di un conflitto (XIX-XXI secolo)
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Un modo nuovo di raccontare una storia che pensiamo di conoscere, un punto di vista inedito sul conflitto senza fine tra Israele e Palestina. Uno dei piú autorevoli storici del Medio Oriente ci rivela le radici piú controverse del sionismo, e insieme le ombre della solidarietà del mondo arabo al popolo palestinese. Quello di Jean-Pierre Filiu è uno sguardo estremamente complesso e stratificato la cui profondità storica è capace di illuminare un tema che è, e purtroppo resterà, tristemente attuale.

2025
eBook
pp. XXVIII - 428
€ 14,99
ISBN 9788858447185
Traduzione di

Il libro

È possibile raccontare in maniera diversa una storia tragica sulla quale pare essere già stato detto tutto o quasi? Jean-Pierre Filiu sceglie di affrontare l’intricata complessità del conflitto israelo-palestinese partendo da alcuni dei suoi aspetti meno analizzati e noti, tra cui spiccano le origini cristiane del sionismo e i rapporti ambigui, e spesso opportunistici, del mondo arabo con la causa palestinese. Da un lato quindi in queste pagine si ricostruisce la vicenda sionista, andando però oltre il programma di Herzl elaborato alla fine dell’Ottocento, e risalendo alla sua matrice cristiana, anglosassone e in fondo antisemita. Una prospettiva che ci riporta alle antiche profezie di cacciata degli invasori islamici dalla Terra Santa e di conversione del popolo ebraico. E che illumina di una inquietante luce apocalittica ed escatologica le ragioni delle forze americane e britanniche che hanno spinto per la nascita dello Stato di Israele e lo hanno poi strenuamente difeso. Forze che ancora oggi hanno un peso enorme nel Congresso statunitense. Dall’altro lato invece Filiu indaga i rapporti dei paesi arabi con la Palestina, e lo sviluppo al suo interno dei diversi movimenti di liberazione nazionale, le cui relazioni sono state spesso conflittuali e hanno molte volte portato a scelte tatticamente fallimentari. Quello che emerge è come i governi del mondo arabo abbiano cercato di appropriarsi della causa palestinese per ragioni simboliche e di legittimazione strategica all’interno dell’area mediorientale: una solidarietà di facciata e strumentale, che ha portato ad appoggiare il popolo palestinese quando faceva comodo e a lasciarlo al suo tragico destino se non era necessario all’interno di qualche disegno egemonico. Ma questi sono solo due dei tanti fili che si dipanano in una storia lunga e spinosa, eppure non inconoscibile. Capire perché la Palestina è perduta ma Israele non ha vinto è infatti fondamentale, se vogliamo tenere aperto uno spiraglio di speranza per la pace in una terra, e in un mondo, martoriati da conflitti che sembrano irrisolvibili.