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Marihuana
Lo stato dell'arte sulle «droghe leggere», in Italia e nel mondo. Tutti gli aspetti del fenomeno - scientifici, medici, politici e mediatici - in un quadro d'insieme che fa giustizia di molte bugie.
Il libro
La vera storia del «Proibizionismo antimarihuana» dagli anni Trenta ai nostri giorni, capolavoro di un congegno poliziesco davvero «stupefacente». Uno scandalo internazionale che ha coinvolto politici e giornalisti, scienziati e poliziotti, operatori sociali e comuni cittadini, «fumatori» e non.
Chi fu veramente Harry J. Anslinger? Quanti sanno che cosa è stato capace di inventare questo misterioso personaggio che trasformò il Narcotic Bureau americano in un centro di disinformazione sistematica a fini repressivi? In pagine avvincenti e serrate come un political thriller, la storia di una mistificazione condotta con ogni mezzo, lecito e illecito, per arrivare alla «soluzione finale»: la totale messa al bando della marihuana. Dopo settant’anni di war on drugs, di indiscriminata «guerra alle droghe», qualcosa però non dev’essere andato per il verso giusto se John P. Walters, nuovo «Zar antidroga» dell’amministrazione Bush, ammette oggi che gli americani sono i primi consumatori al mondo di stupefacenti, per i quali spendono ogni anno qualcosa come sessanta miliardi di dollari. Le analisi di Blumir aiutano anche a capire perché – nonostante questo «castello di bugie» – i consumatori di marihuana nel mondo occidentale erano meno di cinquecentomila negli anni Sessanta, e oggi sono piú di trenta milioni. Con una conoscenza di prima mano delle fonti, l’autore ricostruisce pezzo per pezzo l’ossessivo meccanismo messo in piedi da Anslinger, il modo in cui il capo del Federal Bureau of Narcotics fece della lotta all’«erba» il cavallo di battaglia che piú di ogni altro lo avrebbe condotto lontano. Lontanissimo, anzi, se è vero che la macchina ha saputo sopravvivere al suo artefice ed è attiva ancora oggi. Leggere per credere.