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Guantanamo
Questo libro ci porta direttamente nel segreto di un luogo estremo, dove si sente l'odore della paura, si condensa il precipitato di avvenimenti immensi. Racconto lucido, cronaca magistrale e documento definitivo sul lembo di terra cubana dove gli Usa rinchiudono i prigionieri della guerra al terrore, Guantanamo è un esempio di «microfisica del potere» che diventa interrogazione sulle ragioni presenti e future dell'America.
Il libro
«Scortato dall’esercito degli Stati Uniti, sono sceso nei gironi della segregazione sine die cui sono stati condannati oltre seicento uomini di quarantadue Paesi, catturati nella guerra al Terrore. Guantanamo è il non-luogo dove l’America ha imprigionato l’incubo di un nemico inafferrabile, dandogli un volto, di vecchio, di bambino, di adolescente».
Carlo Bonini
Nel libro di Bonini tutto è di primissima mano. E non vediamo solo «gli altri», i prigionieri di Al Qaeda, ma anche i militari americani, le donne e gli uomini condannati a loro volta a fare da carcerieri, con la loro umanità. Ci sono tutte le tessere di un mosaico contraddittorio e vivissimo. I dettagli vividi della vita quotidiana (come la saga surrealcomica del cibo) in un campo di prigionia, che ha visto decine di tentativi di suicidio, si sposano agli elementi di scenario politico economico e militare, al rapporto tra lotta al terrorismo e libertà individuali, alle ripercussioni che la ferita di Guantanamo ha sulla politica e sulla coscienza Usa. In appendice, tutti i testi normativi dell’Amministrazione Bush, che costituiscono un «novum» giuridico ancora da interpretare.