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Una notte di maggio
Il libro
«Una notte di maggio descrive un momento critico e fondamentale della storia israeliana, la notte in cui il presidente egiziano Nasser annunciò la chiusura dello stretto di Tiran al passaggio delle nostre navi, innescando la serie di eventi che, una decina di giorni più tardi, condusse allo scoppio della guerra dei sei giorni».
Così racconta Yehoshua a proposito di questa sua opera teatrale ambientata all’interno di una vecchia villa del quartiere di Rehavia, a Gerusalemme, in un appartamento situato nel seminterrato in cui si ritrovano i membri della famiglia Sarid. È appunto la notte del 23 maggio 1967, vigilia della guerra dei sei giorni, e l’angoscia e il timore per l’imminente conflitto, la possibile sconfitta e un eventuale sterminio, per la distruzione e la morte incombente, esasperano gli animi dei protagonisti facendo riaffiorare malesseri esistenziali e conflitti sopiti. Nell’arco di una sola notte, tra le sette di sera e le sei del mattino seguente, in un clima di continua tensione, non priva tuttavia di sfumature ironiche, si consuma il dramma della famiglia, fino al suo sgretolamento.
«Scelsi di raccontare quel momento cruciale della storia israeliana attraverso gli occhi di una famiglia perché mi interessava approfondire il modo in cui ansie e nevrosi personali si trasferiscono su un piano collettivo», conclude Yehoshua. Ed esplorando tali dinamiche non solo mette a nudo debolezze e ansie individuali ma anche i limiti della fragilità umana.